
L’universalità della missione di Gesù
Un giorno una parola – commento a Matteo 15, 25-28
L’oppresso non se ne torni confuso
Salmo 74, 21
Ella venne e si prostrò davanti a Gesù, dicendo: “Signore, aiutami!” Gesù rispose “Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”. Ma ella disse: “Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. Allora Gesù le disse “Grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi”. E da quel momento sua figlia fu guarita
Matteo 15, 25-28
Un incontro importante quello di Gesù con la donna sirofenicia, anche lei una straniera come la samaritana. Questa pagana è una madre mossa da un forte amore materno che ha il coraggio di cercare e di presentarsi davanti a Gesù, al quale si rivolge con l’appellativo Signore, Figlio di Davide! (v. 22). Ella aveva sentito dei suoi miracoli in mezzo al popolo e adesso gli si prostra davanti perché ha bisogno della sua compassione per la figlia tormentata da un demonio, chiamandolo per la seconda volta: Signore.
Ci colpisce la forza del suo amore materno e la sua fiducia in questo sconosciuto per la guarigione della figlia; ci colpisce l’intelligenza con la quale ella risponde quando viene messa alla prova da Gesù che replica con durezza paragonandola ai cagnolini che aspettano cibo dai loro padroni.
Forse ci aspettavamo che la donna implorasse e chiedesse scusa per il disturbo, oppure si ribellasse in preda all’ira o alla disperazione. Invece, con la sua risposta ferma ed audace ella dimostra di saper affrontare Gesù alla pari. Ascolta e accetta le sue parole, ma con grande dignità e sana umiltà lo chiama per la terza volta: Signore. La donna non nega di essere un cagnolino, e gli spiega la sua visione al riguardo: i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni.
Le parole della donna ribaltano la risposta dura di Gesù alla sua richiesta e lo richiamano a riflettere sull’universalità della sua missione. Universalità che viene proclamata in questo brano che racconta un incontro importante che segna lo scioglimento della tensione tra la chiamata particolare e la missione universale. Un racconto che, con una metafora, ci propone la rivoluzione dello sguardo e il superamento dei pregiudizi codificati da convenzioni sociali precostituite verso la diversità per cogliere, come fece Gesù, la straordinaria bellezza di coloro che desiderano starci accanto. Solo annunciando l’Evangelo della Vita a tutti/e possiamo sperimentare la vera libertà a cui siamo stati/e chiamati/e nel viaggio verso il Regno di Dio. Amen.
Immagine: studente anonimo della scuola di Lucas Cranach il vecchio, Cristo e la donna cananea, 1495, Castello di Johannisberg