
Dare un cuore alla legge
Un giorno una parola – commento a Matteo 5, 17
Dio vi annunciò il suo patto, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra
Deuteronomio 4, 13
Gesù disse: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento»
Matteo 5, 17
La nostra luce, ha detto Gesù, deve risplendere davanti agli uomini. Come? Emanando nuove leggi, più moderne e più consone ai tempi nuovi? Ma ciò che mancava non erano altre leggi, in quanto la vita del pio ebreo era già scandita da più di seicento precetti che ne normavano il quotidiano.
Come, allora? Abolendo forse la legge antica o le promesse e la fede di Israele? No, neanche questo.
Era necessario dare un cuore alla legge, far emergere il suo profondo collegamento con la sorgente dalla quale era scaturita: il Dio del monte Sinai. La giustizia divina ha il sapore non della condanna, ma del perdono che rilancia la forza di vivere.
Il senso della legge e dei profeti, cioè dell’attesa contenuta nell’Antico Testamento, è dato da Gesù stesso: lui, col suo insegnamento e con la sua vita, è la realizzazione delle promesse di Dio ed è dunque il “compimento” della legge. E lui ha riassunto “tutta la legge ed i profeti” nei due comandamenti dell’amore per Dio e per il prossimo, ponendoci così di fronte ad una visione della legge che non è freddo rispetto di alcune norme, ma un rapporto nuovo con Dio e con il prossimo.
Questa è la dimensione che dobbiamo imparare a vivere. Se vogliamo dunque riassumere il significato di questi versetti, possiamo dire che Gesù, dopo aver mostrato nelle beatitudini che la dimensione del Regno di Dio sovverte i criteri umani di valutazione delle cose, chiama i suoi discepoli (proprio quello sparuto gruppo di uomini senza potere) ad essere “sale e sole” del mondo vivendo la legge dell’agape, dell’amore e adempiendo così il senso profondo della legge di Dio.
L’obbedienza richiesta ai discepoli di Gesù sta proprio nell’incarnare l’agape che sola dà sapore e spessore alla vita.
Amen.