L’utilizzo dell’IA nel ministero pastorale

Secondo una recente ricerca condotta negli Stati Uniti, l’uso dell’intelligenza artificiale è aumentato dell’80% in tutti i ministeri presenti nelle chiese, ma solo per compiti specifici

 

Sempre più chiese negli Stati Uniti stanno adottando l’intelligenza artificiale nei loro ministeri, ma i pastori hanno smesso di utilizzare la tecnologia per preparare i loro sermoni, come dimostrano i dati del rapporto “State of the Church Tech 2025”.

La ricerca, elaborata da Pushpay, sistema di gestione dei donatori per enti di beneficenza che operano negli Stati Uniti, è stata realizzata in collaborazione con Engiven e Checkr. I dati per il rapporto sono stati raccolti a febbraio coinvolgendo circa 8.000 leader ecclesiastici.

Secondo il rapporto, l’uso dell’intelligenza artificiale è aumentato dell’80% in tutti i ministeri delle chiese, ma solo per compiti specifici.

 

«Sebbene l’adozione (dell’IA) sia aumentata, i leader rimangono riluttanti ad affidarsi all’intelligenza artificiale per i contenuti pastorali. Il rapporto dello scorso anno ha rivelato che meno di un quarto degli utenti di intelligenza artificiale ha utilizzato lo strumento per sviluppare sermoni o idee per la cura pastorale; questo trend è valido ancora oggi», osservano i ricercatori. «La stragrande maggioranza dei casi d’uso dell’IA riguarda la generazione di contenuti e l’editing di materiali di comunicazione come email, immagini e post sui social media».

La ricerca, dunque, mostra che i leader della Chiesa utilizzano l’IA in modo preponderante per soddisfare le proprie esigenze comunicative.

 

«Questi modelli non sono necessariamente sorprendenti. Coloro che sono chiamati ad essere leader nella Chiesa – molti dei quali hanno iniziato a servire molto prima che l’IA assumesse un ruolo di primo piano – hanno perseguito la loro vocazione spinti dal desiderio di essere guidati dallo Spirito Santo. Pertanto, il ruolo dell’IA nella leadership spirituale è ancora affrontato con apprensione», spiegano i ricercatori. «Ma, una volta che il messaggio è pronto per essere condiviso, i leader utilizzano questo strumento di nuova generazione per diffonderlo ampiamente e rapidamente».

Il rapporto “State of the Church Tech 2025” ha anche rilevato che una quota significativa di leader ecclesiastici, l’86%, concorda sul fatto che la tecnologia aumenti la connessione nella propria comunità.

 

«Il rapporto “State of the Church Tech” di quest’anno offre più di semplici statistiche e dati: è una finestra sulla mentalità in evoluzione dei leader ecclesiastici», ha affermato Kenny Wyatt, CEO di Pushpay, in una dichiarazione sul rapporto. «Vediamo un consenso enorme sul fatto che la tecnologia svolga un ruolo fondamentale nel ministero e sono incoraggiato dal modo in cui le chiese la stanno affrontando. Sempre più leader considerano questi strumenti come un modo per migliorare, non sostituire, le relazioni umane che sono così centrali per la Chiesa».