
Colui che ha sconfitto il potere della morte ci precede in un corteo festoso
Gli auguri di Pasqua dell’Ucebi, l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia
Gesù le disse: “Maria!”. Ella, voltatasi, gli disse in ebraico: “Rabbunì!” che vuol dire “Maestro!”. Giovanni 20,16
Care chiese,
una madre tiene in braccio la sua piccola figlia dopo l’attacco russo a Sumy. La donna ha delle ferite sul volto e la manica della giacca macchiata di sangue: la figlia, vestita di un cappotto rosa, urla: “Mi hanno colpito”. Come si chiamano quella donna e sua figlia?
Gesù risorto chiama Maria per nome e solo allora Maria riconosce Gesù. Non basta cercare Gesù; non è sufficiente cercare il suo corpo; non basta vedere Gesù, neppure ascoltare la sua voce; neanche l’amore di Maria per Gesù basta. Tutto questo è necessario, ma non basta! Solo quando Gesù chiama Maria per nome, ella lo riconosce.
La chiamata del Signore Risorto riallaccia una relazione che la morte sembrava avere reciso e che adesso diventa più forte della morte, diventa una relazione che dura per una vita intera e più di tutta una vita, perché senza l’incontro personale con Gesù risorto, senza quell’incontro nel quale sono chiamato per nome non ci può essere neppure la fede.
Cara sorella, caro fratello, in questa Pasqua, quando il crimine della guerra disumanizza le vittime, riducendole a numeri e contabilità, per mezzo dello Spirito Santo, Gesù risorto chiama per nome anche te e me. Su questo solido fondamento, riprendiamo il cammino affinché ogni vittima abbia un nome, affinché non ci siano più altre vittime di quell’odioso macello che si chiama guerra.
Colui che ha sconfitto il potere della morte ci precede in un corteo festoso verso il mondo avvenire, e sappiamo con certezza che oggi siamo tutti, tutte in comunione con il Signore d’Israele e con il Padre di Gesù Cristo che ci ha riscattati e non ci abbandona.
Cristo è Risorto, buona Pasqua!