
Fare il bene
Un giorno una parola – commento a Salmo 103, 6 e Giacomo 4, 17
Il Signore agisce con giustizia e difende tutti gli oppressi
Salmo 103, 6
Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato
Giacomo 4, 17
La Parola del Signore può essere immensa anche nelle espressioni più sintetiche. Le parole del Salmo 103, 6 e quelle di Giacomo 4, 17 sono ampie e profonde oltre la loro stringatezza.
Il Signore non è lontano ma vicino, egli non è un idolo ma un Dio vivente che agisce.
La sua azione è sotto la luce della giustizia, che è benigna e soccorrevole verso gli indifesi che sono prostrati e intimoriti da innumerevoli difficoltà e malvagità.
Accade che i potenti si accaniscano sui più deboli, su coloro che nei loro calcoli possono essere facilmente piegati. È accaduto, accade e potrà ancora verificarsi nella storia che vi siano poteri malvagi che sono causa di sofferenze e disperazioni. È fondamentale perciò che ricordiamo le parole della Bibbia che ci sono rivolte anche oggi. La disperazione può cancellare negli oppressi ogni desiderio di vita e di avvenire. Gli esseri umani possono inaridirsi ancora di più e dimenticare che accanto a noi c’è un Signore che ha scelto di difendere gli oppressi.
Il Signore agisce con giustizia per il bene delle creature e ciò si manifesta a noi nel dono di Gesù Cristo, che è l’Emanuele, Dio con noi. I cristiani e le cristiane trovano nel Signore le risorse per agire secondo giustizia, affidandosi alla sua grazia infinita.
Che cosa possiamo fare noi in questo mondo così travagliato? Giacomo ci ricorda che è possibile fare il bene, sebbene ci sentiamo talvolta senza risorse per resistere alle varie espressioni del male.
Ricordiamo il bene ricevuto in Gesù Cristo: noi siamo il prossimo del Signore e da tale realtà nasce la comune condizione umana di sorelle e fratelli. Sì, è possibile desiderare di vivere ogni giorno alla luce del Signore, Principe della pace. Sì, possiamo imparare a trasformare l’aspirazione al bene in progetti di amore del prossimo.
Amen.