Stati Uniti. Chiese cristiane contro lo smantellamento del sistema educativo

«Rischiamo di creare un modello scolastico frammentato che non fa che approfondire le disparità esistenti»

 

A inizio marzo il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che mira a smantellare il Dipartimento federale dell’istruzione, trasferendo il controllo dell’istruzione ai governi dei singoli Stati. Secondo una scheda informativa pubblicata dalla Casa Bianca, l’ordine sottolinea i diritti dei genitori nell’ ambito del processo di istruzione dei figli, promettendo di restituire il potere alle famiglie e alle comunità. Stabilisce inoltre che nessun fondo rimanente per l’istruzione promuoverà il programma  Diversità, Equità e Inclusione (DEI,  che cerca di promuovere il trattamento equo e la piena partecipazione di tutte le persone, in particolare dei gruppi che, in passato, sono stati sottorappresentati o soggetti a discriminazioni), segnando un cambiamento nelle priorità educative in linea con l’agenda politica dell’attuale amministrazione.

 

«Come cristiani,- recita un comunicato del Consiglio nazionale delle chiese cristiane negli Stati Uniti -comprendiamo le profonde implicazioni che questo ordine potrebbe avere sul sistema educativo, in particolare per le comunità vulnerabili.  Nel corso degli anni, il Dipartimento dell’istruzione ha svolto un ruolo fondamentale nel garantire che tutti gli studenti, in particolare quelli provenienti da gruppi emarginati, ricevessero un’istruzione equa. Programmi come le borse di studio, i finanziamenti e le protezioni per gli studenti con disabilità sono stati inestimabili nell’aiutare gli studenti svantaggiati ad avere successo in un sistema spesso caratterizzato da disuguaglianze. La nostra fede ci insegna che l’istruzione non riguarda solo gli aspetti accademici, ma anche garantire che ogni bambino possa avere successo, indipendentemente dal suo background o dalle sue circostanze».

 

L’ordine esecutivo propone di chiudere il Dipartimento dell’istruzione, il che lascerebbe un pericoloso divario in queste protezioni.

 

«Senza la supervisione federale, – prosegue la presa di posizione delle chiese – temiamo che le disparità nella qualità dell’istruzione tra gli Stati potrebbero ampliarsi, lasciando indietro studenti che sono già più a rischio. Non sono solo i finanziamenti federali a essere in gioco; rischiamo di perdere leggi fondamentali sui diritti civili, programmi di istruzione speciale e tutele contro la discriminazione. Queste protezioni non sono semplici politiche; riflettono il nostro impegno morale per la giustizia e l’equità. Inoltre, la potenziale frammentazione del sistema educativo potrebbe portare diverse autorità locali, con risorse e priorità diverse, a implementare politiche che potrebbero non riflettere i valori di inclusione e uguaglianza. Ad esempio, senza protezioni federali, gli studenti di colore e altri gruppi emarginati potrebbero affrontare un crescente ridimensionamento dei loro diritti nelle regioni in cui queste protezioni non sono prioritarie. Per noi, in quanto persone di fede, questo minaccia il cuore stesso di ciò in cui crediamo: che ogni bambino è creato a Imago Dei (immagine di Dio) e merita dignità, rispetto e pari opportunità».

 

Il Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti (NCC) si oppone «fermamente all’ordine esecutivo del presidente Trump e alle iniziative analoghe in corso. Senza la supervisione federale, rischiamo di creare un sistema educativo frammentato che non fa che approfondire le disparità esistenti. I finanziamenti federali hanno fornito risorse essenziali alle comunità svantaggiate, hanno sostenuto l’applicazione di politiche antidiscriminatorie e hanno contribuito a livellare il campo di gioco per gli studenti che altrimenti sarebbero rimasti indietro. L’eliminazione del Dipartimento dell’Istruzione renderebbe l’accesso all’istruzione più incoerente e smantellerebbe le protezioni fondamentali per gli studenti a basso reddito, gli studenti con disabilità e gli studenti di colore. Questa non è solo una questione politica, ma anche un imperativo morale per noi. La nostra fede cristiana ci chiama a essere solidali con i più vulnerabili, a cercare giustizia per gli oppressi e a costruire un mondo in cui ogni bambino, indipendentemente dal suo background, possa imparare, crescere e prosperare. Esortiamo le nostre comunità di fede ad agire».