
In Olanda culto non stop per evitare le deportazioni
Una famiglia da anni nel Paese ha trovato rifugio in un tempio
Dal 21 novembre, la parrocchia Open Hof, parte della comunità protestante di Kampen in Olanda, offre asilo religioso alla famiglia Babayants, di origine uzbeka, ma che vive in Olanda da molti anni, minacciata di deportazione. L’asilo ecclesiastico è una tradizione secolare grazie alla quale le chiese offrono protezione alle persone perseguitate o a rischio di deportazione. Secondo un vecchio articolo di legge, la polizia non è autorizzata a fare irruzione nei luoghi di culto per arrestare e portare in un centro di detenzione per l’espulsione le persone al suo interno, soprattutto se è in corso una funzione. Ecco perché da più di due mesi il culto è non stop.
Dall’inizio sono trascorse più di 1.500 ore. Il numero dei volontari (173), dei musicisti (63) e dei pastori (263) che vi hanno partecipato continua a crescere costantemente. I visitatori provenienti da tutto il Paese non si stancano mai di partecipare giorno e notte a questa che è anche una vera festa della solidarietà. Il Consiglio delle Chiese dei Paesi Bassi ha scritto intanto una lettera alla Camera dei rappresentanti per affermare che è «disumano deportare bambini rifugiati radicati nel Paese. Chiediamo di compiere sforzi urgenti per impedire che questi bambini subiscano gravi danni a causa della deportazione o della sua costante minaccia».
Giovedì sera, 23 gennaio, il pastore René de Reuver, segretario della Chiesa protestante nei Paesi Bassi, ha visitato per la seconda volta la chiesa di Open Hof e vi ha predicato nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. «Così dice il Signore Dio: Ecco, io vi darò un cuore nuovo e uno spirito nuovo», leggiamo in Ezechiele 36. «Possa lo spirito di misericordia toccare i nostri politici, ha detto de Reuver.
Dopo l’analoga vicenda dell’ asilo ecclesiastico nella chiesa Bethel all’Aia di sei anni fa, ora la vicenda di Kampen sta attirando l’attenzione degli ambienti cristiani e dei media nazionali, così come degli amministratori delle chiese nazionali. Coen Wessel, presidente del Consiglio delle Chiese in Olanda (RvK), è venuto tre settimane fa per esprimere il suo sostegno.
Intervistato in merito, ha spiegato che, anche a suo avviso, gli interessi dei minori dovrebbero avere una priorità molto maggiore nella procedura di asilo. Due dei quattro bambini Babayant sono nati nei Paesi Bassi durante le procedure di asilo degli ultimi undici anni. Seguiremo gli sviluppi.