Niente scuse. Anche se a chiederle è Trump 

Il moderatore del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) Bedford-Strohm: «In nessuna parte del mondo chiederemo scusa per aver predicato il Vangelo»

 

«Il Vangelo non deve essere strumentalizzato dalla politica – e le chiese non dovrebbero mai scusarsi per aver letto la Bibbia o per aver predicato il Vangelo», l’ha affermato il moderatore del Comitato centrale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Heinrich Bedford-Strohm, lo scorso 27 gennaio in occasione della sua visita presso gli uffici centrali del Cec di Ginevra. Bedford-Strohm, rivolgendosi allo staff dell’organismo ecumenico ha predicato traendo ispirazione dalla lettura di Luca 4:14-21, passaggio biblico che descrive il sermone di Gesù nella sua città natale, Nazareth.

«I sermoni inaugurali sono speciali – ha detto Bedford-Strohm –. Ricordo molto bene il mio sermone inaugurale del 2011, e che mi ha sempre accompagnato. Ricordo il sermone inaugurale di Jerry Pillay, quando celebrammo il suo insediamento nella cappella del Centro ecumenico».

 

Oltre ai sermoni inaugurali delle nostre chiese, «ci sono anche i discorsi inaugurali istituzionali, quelli pronunciati dai leader di paesi, parole che hanno ispirato tante generazioni a venire». Quello recente di Trump: «Non ha messo al centro il bene comune, bensì l’esclusione di deboli e vulnerabili», ha proseguito Bedford-Strohm. 

 

Mariann Budde, vescova episcopale, invece «con voce dolce e amichevole, ha saputo usare parole forti, ha saputo dire la verità al potere. Semplicemente, usando le parole del Vangelo. Un sermone storico che ha dato nuova energia, nuova speranza a tante persone in tutto il mondo – ha rilevato Bedford-Strohm –. Il presidente le ha chiesto di scusarsi. Lei non si è scusata. In nessuna parte del mondo chiederemo scusa per aver letto la Bibbia o per aver predicato il Vangelo».

 

Il Vangelo ha proseguito «è libero dalla strumentalizzazione della politica. Quando ascoltiamo le parole di Luca, riconosciamo ciò che Dio vuole dirci: “Lo Spirito del Signore è su di me perché mi ha unto per annunziare ai poveri il lieto messaggio. Mi ha mandato a proclamare la liberazione dei prigionieri, il recupero della vista ai ciechi, rimettere in libertà gli oppressi, proclamare la grazia del Signore”. Queste parole indicano una direzione chiara per la nostra vita, una direzione realmente plasmata dal Vangelo, e non da forze politiche esterne. Predichiamo esattamente quel Vangelo, ovunque nel mondo», ha concluso Bedford-Strohm.

 

 

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