
Lo sguardo di Dio su di noi
Un giorno una parola – commento a Salmo 17, 8
Abbi cura di me come la pupilla dell’occhio
Salmo 17, 8
Il Signore è fedele ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal maligno
II Tessalonicesi 3, 3
Un credente rivolge a Dio la sua preghiera, in attesa di essere giudicato per una colpa grave, di cui egli si dichiara innocente. Le molte immagini del salmo descrivono una
situazione di angoscia ed oscurità non solo interiore, anche esteriore: il salmista trascorre la notte precedente il giudizio all’interno di un luogo di culto, un santuario o il Tempio. In preghiera implora Dio di soccorrerlo manifestando la falsità delle accuse e facendo luce sulla verità con la sua presenza. Nell’oscurità, in cui il salmista non vede attorno a sé nessuna realtà terrena che possa proteggerlo e liberarlo, prende forza lo sguardo della fede. Invoca Dio come giudice giusto, che non dà credito alle accuse dei nemici, ma investiga profondamente il cuore dell’uomo e ne riconosce l’innocenza.
Guardare nel profondo dei cuori è una delle caratteristiche di Dio. È anche un dono dello Spirito di Dio, dato agli uomini e alle donne chiamati ad un compito speciale, a responsabilità particolari: i profeti, i re d’Israele, come Davide e Salomone. È concesso alla chiesa che non deve giudicare e reagire agli eventi in modo superficiale, ma esaminare ogni cosa e ritenere il bene (I Tessalonicesi 5, 21). Dio ci guarda non per condannarci, ma mosso da amore e volontà di liberazione. Il salmista prega Dio in nome di una relazione fatta di reciproci sguardi, di domande e di risposte, di ricerca e ritrovamento.
Così il credente chiede a Dio la cura e la protezione che si dedica alla pupilla dell’occhio. La pupilla rappresenta nel nostro corpo un organo molto piccolo, vulnerabile, prezioso e insostituibile. Come il credente cerca Dio nelle tenebre della sua angoscia, così ha fiducia di essere visto e trovato dal suo Signore in ogni situazione. Il salmista quindi non chiede solo l’assoluzione dalle accuse dei nemici terreni, ma anche il riconoscimento della sua giustizia da parte del Signore, il ristabilimento della loro relazione in modo che, passata la notte, egli possa contemplare e saziarsi della presenza liberatrice di Dio. Amen.