Ricordare, agire, sperare

Il Dipartimento di Teologia dell’Unione battista e i 500 anni del movimento anabattista

 

Ricordare per agire, agire per sperare: è questo il motto scelto dal Dipartimento di Teologia dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia per ricordare i 500 anni del movimento anabattista. Ricordare e non celebrare. Non si può celebrare un passato di persecuzioni. Il movimento anabattista è stato ecumenicamente perseguitato da cattolici, luterani e riformati. Ed è per questo che, invece, è necessario ricordare, perché, come insegnava il filosofo protestante Paul Ricoeur, il ricordo può risuscitare il passato e attingere il volto di coloro che sono esistiti un tempo, che hanno agito e sofferto, e fatto promesse che hanno lasciato incompiute.

 

Per noi battisti, dunque, è un dovere ricordare. Anche perché noi, in qualche modo, facciamo parte della genealogia meticcia anabattista. Ne facciamo parte idealmente e non solo, e nel ricordare vogliamo rendere la memoria materiale vivo per il nostro agire quotidiano. È nell’azione, diceva Dietrich Bonhoeffer, la libertà, non nei pensieri fuggenti. Ma si agisce per alimentare la speranza. Ed è in questo atto radicale di sperare contro ogni speranza che il cerchio si chiude, ma solo per ripartire: ricordare, agire, sperare.

Il modo più efficace di ricordare è coinvolgere le nostre chiese locali in un’alfabetizzazione sull’anabattismo che abbia come sbocco finale il contributo che questo percorso possa apportare al presente e al futuro delle nostre chiese. Ed ecco le molteplici iniziative, dal nord al sud, che iniziano il 25 gennaio a Marghera, il 9 marzo a Milano, dall’11 al 13 aprile a Napoli. Nella settimana dal 18 al 25 maggio a Firenze. Poi fino al prossimo dicembre ad Altamura, a Tolentino, a Roma, in Puglia e Basilicata, a Cagliari, e a Torino.

Un programma denso e impegnativo che il Dipartimento di teologia ha organizzato insieme alla Commissione storica dell’Ucebi. Un tentativo meno appariscente, sobrio, come è giusto che sia e, tuttavia, ambizioso: ricordare la Riforma dei vinti, di coloro che sono stati ammutoliti, per imparare a fare la storia da un altro punto di vista.

 

Accanto a queste iniziative locali, c’è un progetto più grande che vede coinvolti altri soggetti. Il Dipartimento di Teologia, insieme alla Facoltà pentecostale di Scienze religiose, all’Istituto avventista Villa Aurora e alla casa editrice Gbu (Gruppi biblici universitari), si interrogheranno sull’attualità dell’anabattismo, riflettendo sui principi fondamentali, quali la pace, la nonviolenza, la libertà di coscienza e l’autonomia della chiesa locale. Il contesto sociale e culturale contemporaneo, caratterizzato da conflitti, divisioni e tensioni a livello globale e locale, rende ancora più rilevante il messaggio anabattista.

La necessità di promuovere valori come la pace e la nonviolenza si inserisce in un mondo in cui le guerre, i conflitti e le ingiustizie continuano a minacciare la coesione sociale. Inoltre, la crescente attenzione verso la libertà di coscienza e l’autonomia delle chiese locali risponde a sfide legate al pluralismo religioso, alla libertà di espressione e alla ricerca di un’identità spirituale autentica. Il progetto, quindi, si inserisce in un contesto in cui la memoria storica dell’anabattismo non solo deve essere ricordata, ma può anche offrire spunti per affrontare le problematiche contemporanee, promuovendo un dialogo costruttivo tra il passato e il presente. 

 

Le iniziative proposte faranno parte di un programma triennale (2025-2027) e si apriranno con una presentazione pubblica del progetto e una conferenza stampa il 27 maggio 2025, alla Chiesa battista di Borgo Ognissanti a Firenze. Seguirà un simposio internazionale il 21 ottobre 2025 presso l’Istituto avventista Villa Aurora a Firenze, dal titolo: Anabattismo: Cinque secoli di fede e impegno. Storia, spiritualità e prospettive future. Seguirà poi a maggio 2026 un secondo simposio presso la Facoltà pentecostale di Scienze Religiose, Bellizzi (SA), dal titolo: Anabattismo e Società Moderna – Riflessi di Pace, Nonviolenza e Vocazione Cristiana nel Terzo Millennio. L’obiettivo di entrambi questi simposi sarà quello di indagare l’influenza che l’anabattismo ha avuto sulla società moderna e la sua rilevanza per le chiese e le comunità cristiane. Altre iniziative, non ancora definite, verranno successivamente comunicate anche attraverso il giornale Riforma.

 

In un recentissimo libro dal titolo I cristiani, la violenza e le armi, il professore Massimo Rubboli cita le parole di un anabattista polacco, Marcin Czechowic, il quale, scrivendo ai giovani sul tema della non resistenza, dice: «[…] il combattimento cristiano non ha assolutamente niente in comune con gli armamenti militari di questo mondo […]. Le armi dei soldati cristiani sono per prima la fede, poi la speranza insieme all’amore e all’umiltà, alla mitezza, alla pazienza, alla verità, alla giustizia e a tutte le altre virtù cristiane raccomandate nel Vangelo del nostro Signore Cristo».