L’opera guaritrice di Gesù

Un giorno una parola – commento a I Corinzi 4, 20

 

Così aveva detto il Signore, Dio, il Santo d’Israele: «Nel tornare a me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza; nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza»

Isaia 30, 15

Il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza

I Corinzi 4, 20

 

Nel Vangelo secondo Luca incontriamo anzitutto un Gesù che, dall’inizio alla fine della sua attività pubblica, appare nella veste del “medico” guaritore. Lungo tutto il racconto lucano, nel Vangelo prima e ancora negli Atti degli Apostoli, la storia di Gesù di Nazaret è presentata proprio sotto questo aspetto: «com’egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (Atti 10, 38). Gesù non solo predica la potenza di Dio e del suo Regno, ma lo incarna: «la potenza del Signore era con lui per compiere guarigioni» (Luca 5,17). Questa potenza guaritrice è così forte da superare anche lo spazio fisico, perché in certe situazioni basta avere la fede nella parola di Gesù (Luca 7, 10).

 

Ma non è soltanto Gesù che guarisce i malati. La stessa potenza viene conferita da lui stesso anche ai suoi discepoli: «Gesù, convocati i dodici, diede loro l’autorità su tutti i demoni e il potere di guarire le malattie. Li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire i malati. Ed essi, partiti, andavano di villaggio in villaggio, evangelizzando e operando guarigioni dappertutto» (Luca 9, 1-2). Annunciare il Regno di Dio vuol dire portare la guarigione nel mondo, che giace sotto il potere delle tenebre.

 

In questa prospettiva possiamo guardare anche alla scena circa l’arresto di Gesù: il tradimento di Giuda, il tentativo, da parte di alcuni seguaci di Gesù di salvare il loro maestro con l’utilizzo della forza, si conclude con la guarigione miracolosa dell’orecchio destro del servo del sommo sacerdote, che rimase ferito nella colluttazione (Luca 22,50; Giovanni 18,10). Gesù non smette di continuare la sua opera di guarigione, neppure nel momento più buio, quando le tenebre hanno il netto sopravvento. Questo è il vero miracolo: la guarigione del servo ferito ha un preciso significato teologico; perché Gesù si mostra non solo come un potente guaritore, ma dimostra quelle che sono le qualità e virtù divine.

 

La preghiera di Gesù è una preghiera per invocare anzitutto il Regno di Dio e la sua potenza guaritrice, una potenza che porta alla riconciliazione tra le persone e alla ricostruzione di ciò che è stato distrutto e che non si lascia sopraffare dalle forze delle tenebre che portano alla violenza, alla vendetta e alla divisione. La guarigione dell’orecchio destro del servo del sacerdote indica anche un altro pensiero teologico fondamentale, ovvero la convinzione che il mondo, affinché guarisca dalla sopraffazione violenta, abbia anzitutto bisogno di poter e di saper ascoltare.