Una vicenda personale che ci restituisce una storia collettiva

L’evangelizzazione nell’Italia del Sud intrecciata con l’emigrazione verso il Nord e verso l’America

 

La Voce del cuore*, di Angelo Cassano è un libro che ho letto la scorsa estate ma che è rimasto nei miei pensieri. Pensieri che sono stati sollecitati in occasione dei vari festeggiamenti del XVII Febbraio di quest’anno… Quest’anno infatti i festeggiamenti hanno assunto (e avranno) una valenza particolare, legata alla ricorrenza degli 850 anni del movimento valdese, che con coraggio e determinazione ha deciso di riconoscersi (e confessarsi) apertamente comunità di fede e quindi “chiesa” nel 1532. Ho sempre pensato che fosse un miracolo la stessa sopravvivenza dei valdesi che con tenacia, umiltà e coraggio hanno mantenuto un’identità spirituale basata sulla Bibbia, imparata a memoria e diffusa da viaggiatori commercianti, i barba. Un’assemblea che porterà alla decisione di tradurre e stampare una Bibbia in francese, lingua usata dalla maggioranza dei delegati. Che storia!

 

Perché questo libro di Angelo Cassano, mi è ritornato in mente in questa occasione? Perché a differenza della storia valdese “ufficiale”, la storia che attraversa il libro rischia l’oblio… L’oblio è l’opposto della memoria, e forse i valdesi sono sopravvissuti per 850 anni perché non hanno permesso che la loro storia quotidiana subisse la condanna dell’oblio mettendo fine non solo alla loro storia ma anche alla loro esistenza, basata su una identità di fede e di vita.

 

Il libro di Angelo Cassano si appoggia su una vicenda, quella dell’evangelizzazione del sud Italia dalla seconda metà dell’800 fino alla grande emigrazione dal Sud, iniziata alla fine degli anni ’50 ed esplosa negli anni ’60. Emigrazione che ha rinforzato molte nostre chiese del Nord (Milano, Torino, Bergamo…. solo per citarne alcune) e ha svuotato un tessuto evangelico che si era creato con quella evangelizzazione. Quella evangelizzazione aveva avuto vari “testimoni”, ovvero era il prodotto di una evangelizzazione non solo valdese, metodista e battista, ma anche delle chiese pentecostali che si erano formate con il ritorno di immigrati italiani dall’America, dove si erano “convertiti” a un cristianesimo diverso da quello cattolico che avevano conosciuto. Quello dei “padroni”, dei “proprietari terrieri” che non lasciavano a loro nemmeno il necessario per mangiare. Una storia che si intreccia, come sempre succede, con il tessuto sociale, culturale e politico vissuto in questi territori. Come i valdesi nel Medio Evo… e nei secoli a venire.

 

Ecco, il libro mi ha fatto pensare che la differenza è lì. Da una parte un’importante commemorazione, dall’altra il rischio dell’oblio. Eppure questo libro di Cassano squarcia un velo, con una storia rigorosamente condotta come percorso di emancipazione individuale, con la durezza di una vita povera al Sud, fatta di “pane e puzza”, di sudore, di un numero non precisato di ore giornaliere, ma anche di chiacchiere nelle stalle e nelle aie, di conversione in cerca di riscatto e ricompensa, di un evangelismo talvolta fatto più di regole che di amore. Una storia importante, una possibilità di vita, di senso (forse per questo motivo il libro è stato finalista nel 2023 al Premio internazionale di Letteratura “Città di Como” ed è in corso la sua traduzione in tedesco).

 

Sono questi i pensieri che mi hanno suscitato la lettura di questo libro. Ho immaginato le migliaia di vite che non sono state narrate e che tutte insieme, come diceva Carlo Ginzburg, nel suo bel libro Il formaggio e i vermi, danno profondità e verità alla Storia e talvolta riescono a ribaltarla. Il libro è questo, ci fa riscoprire il formaggio e i vermi della Storia. È un percorso di una persona che si interroga su quale possa essere il suo destino: da un lato la povertà, anche spirituale, o una proposta di fede, vissuta in parte come settaria, ma terreno fertile per altri incontri, ugualmente fondamentali, con uomini e donne (per nulla sottovalutate) che al lettore consentono un incontro con la Cultura, quella con la C maiuscola e con una fede rinnovata. È la storia di una persona, certo! Emblema però di una storia collettiva, che oggi può contribuire al nostro definirci chiesa, una chiesa capace di essere missionaria, capace di ripensarsi anche grazie anche alla riscoperta del valore di queste storie, che possono essere il suo tessuto connettivo in un mondo agitato e confuso come è il nostro oggi.

 

* A. Cassano, La voce del cuore. Locarno, Armando Dadò editore, 2023, pp. 176.