Confidiamo in Dio solo!

Un giorno una parola – commento a Marco 1, 13

Benedetto sia Dio, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui

Daniele 3, 28

 

Gesù rimase nel deserto per quaranta giorni, tentato da Satana. Stava tra le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano

Marco 1, 13

 

«Il Signore comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie», afferma il Salmo 90 a riguardo di chi pone nel Signore il proprio rifugio, gli si affida totalmente, ne segue il volere. Nel libro del profeta Daniele, il re di Babilonia, vedendo uscire salvi i tre amici del profeta dalla fornace in cui li aveva fatti gettare, esclama: «Benedetto sia Dio, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui». Infine, scrive lʼevangelista Marco, Gesù stette per quaranta giorni nel deserto, nella più completa solitudine umana, tentato da Satana, dallʼavversario, da colui che, sotto forma di serpente, era «il più astuto fra tutte le bestie selvatiche», è detto nella Genesi. Ebbene, pur in quella situazione, Gesù, come un nuovo Adamo, «stava tra le bestie selvatiche», cioè nulla gli nuoceva; «e gli angeli lo servivano»: benché solo, senza mezzi né ripari, non mancava di nulla.

 

La protezione del Signore, raffigurata negli angeli, la sua amorevole cura verso chi in lui confida quando nulla sarebbe umanamente possibile sperare, distingue radicalmente lʼagire di Dio e la fede in lui, da ogni sorta di “pensiero positivo”, che promette di “attrarre” a noi – cioè di “auto-produrci” – la salvezza, e che va oggi tanto di moda.

 

Nellʼattuale situazione mondiale, dove la nostra civiltà, fra le altre, si avvia a un crollo rovinoso e sempre meno evitabile, oltre il quale nulla si scorge, lʼaffidarsi a soluzioni umane potrebbe essere lʼestrema delle tentazioni, quella fatale. La salvezza viene non dallʼumanità, ma allʼumanità da Dio. Confidiamo in lui solo, non nelle nostre speranze, e vedremo il soccorso dei suoi angeli. Gli angeli del Signore non ci evitano lʼorrore della fornace, ma ce lo fanno attraversare vivi; non ci evitano il deserto, ma ci permettono di rimanervi lungo tempo senza che le fiere, la fame, la tentazione di fuggire verso salvezze che non salvano, ci vincano. Non evitano la croce a Gesù, ma ne annunciano la risurrezione. Amen.

 

 

Immagine: I tre giovani nella fornace – Catacombe di S. Priscilla (Roma)