Accadde oggi, 2 aprile
2 aprile 1952, muore Ferenc Molnár, l’autore de I ragazzi della via Pál
Muore a 74 anni Ferenc Molnár, pseudonimo di Ferenc Neumann, scrittore, drammaturgo e giornalista ungherese, reso celebre in tutto il mondo per il libro I ragazzi della via Pál.
Infatti siamo stati tutti il soldato semplice Ernesto Nemecsek, il più piccolo e gracile della banda della via Pál, quello che gli altri non considerano o accusano ingiustamente e che poi si batterà fino alla morte sacrificandosi per salvare il quartier generale del gruppo, conteso da una banda nemica.
Ma se il piccolo Nemecsek è il prototipo dell’eroe – fiero e leale con gli amici ma anche con i nemici, incurante di chi lo attacca e incapace di pensare a sé, solo proteso al bene comune – sarà il capo dei ragazzi, il saggio Boka, con la sua precoce consapevolezza della vanità del sacrificio, ad intuire la perdita delle sicurezze e l’incertezza del futuro. Il campo difeso da Nemecsek è comunque perduto perché ci costruiranno un palazzo, e la fanciullezza con i suoi sogni è per sempre bandita dalla dura realtà dell’età adulta.
Siamo nel 1906, all’orizzonte si annuncia già il secolo breve e crudele, mancano pochi anni alla devastazione della prima guerra mondiale con il suo milione di morti, a cui seguiranno l’orrore dei fascismi e della persecuzione degli ebrei. Anche Molnár, di origine ebraica, a causa dei pogrom fu costretto a trasferirsi negli Stati Uniti, poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale.
Il forte senso delle ingiustizie sociali, della violenza e insensatezza del mondo degli adulti che schiaccia la leggerezza dei bambini con l’esempio della guerra, la personale ribellione contro i prepotenti e gli arroganti unita a un’irrequietudine personale, danno al più famoso scrittore ungherese per ragazzi la capacità di immedesimazione che continua a conquistare generazioni di lettori sulla soglia dell’età difficile della consapevolezza.
Ogni volta lo rileggiamo da capo sperando che il soldato semplice Nemecsek ce la faccia, e sempre ci ritroviamo come Boka, generali nella vittoria inutile, a contemplare la perdita irrimediabile dell’infanzia.