La fede della donna cananea
Un giorno una parola – commento a Matteo 15, 28
Ascolta la meditazione:
Il Signore, certo, ti farà grazia, all’udire il tuo grido; appena ti avrà udito, ti risponderà
Isaia 30, 19
Gesù disse alla cananea: «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi»
Matteo 15, 28
In questo versetto ci sono due parole che non dovrebbero apparire insieme: cananea e fede. I due concetti si escludono a vicenda. Almeno secondo la tradizione giudaica alla quale Gesù appartiene.
Mi chiedo cosa, e per quanto tempo, questa donna cananea ha dovuto sopportare prima di sentirsi riconoscere da Gesù?
La donna cananea mi ricorda Rosa Parks, ha lo stesso atteggiamento misto di bisogno e di dignità. Gesù le resiste, ma lei non abbassa lo sguardo; si inginocchia, ma forse a voler dire “porta pure a compimento la tua durezza su di me, ma io non mi muovo da qui”. Rosa Parks rifiutò di alzarsi dal posto del bus riservato ai bianchi. Resistette e vinse. Anche la cananea resiste a Gesù e lo vince. Lo vince e lo convince, per cui, dopo aver fatto la figura del bacchettone, alla fine Gesù deve fare anche la figura di quello che dei due si converte.
Dopo questo episodio, cananea e fede possono apparire nella stessa frase.
Di tanto in tanto anche la chiesa si trova davanti persone che reclamano diritti per sé, e che lo fanno dopo decenni, e a volte secoli, di sopportazione. Gesù ci insegna che non è scandalo né dimissione dai propri principi abbattere i muri divisori ed invitare nuove persone prima escluse a ricevere non le briciole dell’accondiscendenza, ma a condividere la tavola della comunione alla quale siamo anche noi stati invitati. Amen.
Immagine: Allievo anonimo di Lucas Cranach il Vecchio UN., Cristo e la donna cananea (1495), Castello di Johannisberg