La gioia di Dio
Un giorno una parola – commento a Luca 15, 7
Lavami da tutte le mie iniquità e purificami dal mio peccato
Salmo 51, 2
Vi dico che, allo stesso modo, ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento
Luca 15, 7
L’atteggiamento di Gesù che accoglie i peccatori e mangia con loro, provocando l’indignazione dei farisei e degli scribi, indica la via dell’accoglienza del diverso e del dialogo come una possibile via per il superamento delle divisioni e contrapposizioni tra gli esseri umani. Certo è che l’accoglienza praticata da Gesù riveste un significato molto diverso: il suo comportamento verso i peccatori serve a manifestare la misericordia di Dio, davanti a cui le nostre divisioni e discriminazioni cessano di esistere, in quanto tutti gli esseri umani sono per davvero uguali in quanto sue creature. Non sorprende la caratteristica dell’inclusione usata dall’evangelista Luca, il quale presenta un parallelo tra una parabola riguardante un uomo che ritrova la sua pecora che era perduta con un’altra parabola riguardante una donna, che, avendo perso una delle sue dieci monete d’argento, la cerca accuratamente finché non la trova.
In entrambe le parabole, il ritrovamento sia della pecora sia della moneta dà luogo ad una festa con gli amici e i vicini. E Gesù paragona questa gioia alla gioia che è in cielo per la conversione di un solo peccatore. Questo basta per dirci quanto ogni essere umano è importante per Dio, che non si dà pace finché non lo salva. Gesù vuol dirci anche che, Dio vuole che viviamo costantemente alla sua presenza, e che soffre per ogni nostro allontanamento. Dovremmo soffrire anche noi ogni volta che il peccato ci allontana da Dio, e ravvederci, chiedendo a Dio di essere lavati dalle nostre iniquità e purificati dalle nostre colpe per poter vivere alla presenza di Dio.
Secondo Pascal, la Bibbia racconta di un’unica ricerca appassionata dell’essere umano da parte di Dio. Più avanti sempre nel Vangelo di Luca al capitolo 19, nella sua conversazione con Zaccheo, un uomo ricco e capo dei pubblicani, Gesù dice che il “Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto”. Gesù è venuto per salvare e raccogliere ciò che il mondo e la religione hanno condannato e perso, o meglio ciò che noi abbiamo condannato e perso con i nostri giudizi che lasciano poco spazio all’accoglienza e alla misericordia. Rimarremo indifferenti alla gioia di Dio?