La Regione Piemonte accoglierà minori palestinesi feriti bisognosi di cure mediche

L’iniziativa nasce da un gruppo di cittadini, fra i quali il medico Luciano Griso. In aula la consigliera Accossato promotrice dell’ordine del giorno

 

Accogliere in Piemonte i bambini palestinesi bisognosi di cure. Questo l’obiettivo di due ordini del giorno, presentati da Silvana Accossato (Luv) e Francesca Frediani (M4o) e votati all’unanimità ieri 14 febbraio dall’Aula del Consiglio regionale.

 

Il documento di Accossato impegna la Giunta regionale del Piemonte «A dare la disponibilità al Governo e al Ministero degli Affari esteri ad accogliere da subito minori palestinesi bisognosi di cure mediche ed i loro genitori o accompagnatori».

Quello di Frediani, invece, impegna l’esecutivo regionale «Ad organizzare il trasporto e l’accoglienza nelle strutture sanitarie piemontesi dei minori palestinesi e dei loro genitori o accompagnatori per garantire le cure necessarie».

 

A farsi promotore dell’iniziativa presentata dalla consigliera Accossato, come vi abbiamo raccontato ieri, è stato fra gli altri Luciano Griso, medico e responsabile di Medical Hope, il progetto di assistenza sanitaria in Libano della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), finanziato principalmente dall’ Otto per mille dell’ Unione delle chiese evangeliche battiste in Italia, che abbiamo raggiunto per un commento : «Da parte nostra, promotori dell’ordine del giorno, va un sentito ringraziamento ai consiglieri regionali e a Silvana Accossato, prima firmataria,  per questo voto all’unanimità che impegna la Regione Piemonte a dare al governo la propria disponibilità all’accoglienza di minori feriti bisognosi di cure specialistiche di alto livello. Si tratta ora a nostro parere di trasformare in atti questa dichiarata disponibilità.

 

La situazione di estremo bisogno di supporto sanitario che vive la popolazione palestinese a Gaza è sotto gli occhi di tutti, con i bombardamenti in un territorio ampio circa come la metà della Provincia di Torino che vanno avanti da 4 mesi. Non vi sono rifugi sicuri, gli ospedali non sono più in grado di funzionare per distruzioni e carenza di medicine e materiali e attrezzature sanitarie, e per carenze di personale con medici e infermieri feriti, arrestati, uccisi, fuggiti.

 

La Regione ha preso una decisione meritoria. I piemontesi hanno già dimostrato in passato grande sensibilità nell’accoglienza già di esuli palestinesi negli anni ’80 e ancora prima di cileni e argentini e più recentemente di rifugiati ucraini.

 

Concludo dicendomi convinto che le molte associazioni della nostra società civile, laiche e religiose, chiese e istituzioni, daranno la loro disponibilità ad accogliere i famigliari che accompagneranno i feriti nella nostra Regione».