Essere segni viventi del Regno dei cieli
Un giorno una parola – commento a Matteo 10, 8
Ascolta la meditazione:
Chi sono io, e chi è il mio popolo, che siamo in grado di offrirti volenterosamente così tanto? Poiché tutto viene da te; e noi ti abbiamo dato quello che dalla tua mano abbiamo ricevuto
I Cronache 29, 14
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date
Matteo 10, 8
Gesù ha dato agli apostoli di aver parte alla sua autorità e al suo potere, e li manda ad annunziare il regno dei cieli e a operare guarigioni, dicendo loro: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Sembra una indicazione tanto giusta quanto ovvia: hanno ricevuto il dono di predicare e di fare del bene, e è naturale che debbano a loro volta farne dono senza pretendere alcuna ricompensa.
Ma con Gesù non c’è mai niente di ovvio, neanche questa raccomandazione. Perché nelle sue istruzioni ai dodici, essa fa anche da introduzione a quel che segue, cioè ai divieti riguardanti l’equipaggiamento degli apostoli. Gesù infatti non dice loro quel che devono portare, ma ciò che non devono portare. Non oro né argento né monete di rame, e nemmeno “bisaccia da viaggio, due tuniche, sandali e bastone”, cioè proprio gli oggetti più ovvi per un viaggio: la bisaccia serviva per contenere le provviste, le due tuniche per proteggere dal freddo, i sandali per camminare meglio e il bastone era un sostegno e una difesa. E qui Gesù proibisce ciò che è ovvio. I suoi inviati devono andare pressoché privi di tutto, affidandosi a chi li accoglierà.
Perché è così radicale con i suoi? È che devono essere il segno vivente del regno dei cieli che annunciano. Operando guarigioni rendono già presente la salvezza che il regno porta con sé, ma è anche necessario che evidenzino in se stessi che sono così impegnati per il regno che nessuna preoccupazione materiale può distoglierli da esso.
E poi, la loro “nudità” è anche una condizione di libertà: dipendono da tutti e perciò, alla fine, da nessuno se non da Gesù, nel quale in regno dei cieli è già in mezzo a noi.
Nella nostra società/mercato, in cui la gratuità è quasi un disvalore, il “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” di Gesù, è una parola liberante, in tanti sensi. Amen.