La fedeltà alla Parola di Dio è un percorso difficile

Un giorno una parola – commento a Geremia 3, 23

 

Ascolta la meditazione:

 

 

Certo, è vano il soccorso che si aspetta dalle alture, dalle feste strepitose sui monti; certo, nel Signore, nel nostro Dio, sta la salvezza d’Israele

Geremia 3, 23

 

Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore»

Luca 1, 46-47 

 

La parole tratte dal libro di Geremia sono parte di una riflessione del profeta circa l’atteggiamento della popolazione del Nord e del Sud d’Israele. Entrambe hanno, in circostanze diverse, infranto il patto che il popolo aveva siglato con Dio. Non è l’unico punto, nella Bibbia, in cui si rileva e stigmatizza l’infedeltà al patto del Sinai. In questa pagina di Geremia la scena è capovolta. Non è il popolo a soffrire per ciò che ha fatto, ma Dio stesso, che è amareggiato, deluso dal comportamento del popolo eletto. Il tema del contendere è l’idolatria. Come se la popolazione dicesse: cerchiamoci un altro dio che faccia ciò che noi vogliamo. Ma queste ricerche, che vedevano sulle sommità dei monti la residenza degli dei, falliscono. Il profeta insiste: è solo nella Parola del Signore di Abramo, di Mosè che troviamo salvezza. 

 

Sia ieri che oggi la fedeltà a Dio è sempre a rischio. Come gli antichi anche noi cerchiamo il senso della vita in molte realtà ed esperienze. Non per questo credo che si debba operare una censura preventiva sul nostro desiderio di conoscenza, soffocando la nostra curiosità. Siamo liberi di esaminare ogni cosa in un confronto sincero e argomentato anche con altre visioni del mondo. Non temiamo di perdere la fede, dovremmo piuttosto temere di non riuscire a coltivarla. La testimonianza citata nel secondo testo, proposto dal Lezionario Un giorno una parola, tratto dall’evangelo di Luca, può aiutarci: «Maria disse: “L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore”» Luca 1, 46-47.

 

Una ragazza palestinese, venendosi a trovare in una situazione pazzesca come quella di scoprirsi incinta senza aver avuto rapporti sessuali, accoglie con trepidazione e riconoscenza questo singolare e profondo coinvolgimento nella fede. Non si tira indietro. Si sente partecipe del progetto di Dio nel mondo. Noi non saremo chiamati, chiamate a tanto come lo fu la madre di Gesù, siamo convinti che la fedeltà alla Parola di Dio è un percorso difficile. Affrontarlo insieme però può aiutarci a non perdere la retta via. Amen.