«Coesistenza pacifica dei due popoli in due Stati»
Dichiarazione congiunta della Conferenza delle chiese europee e della Conferenza episcopale europea sulla situazione in Palestina e Israele
«La violenza e la crudeltà dei terroristi di Hamas, che hanno colpito Israele il 7 ottobre, hanno sbalordito e inorridito il mondo. Noi, leader delle Chiese cristiane in Europa, esprimiamo la nostra profonda compassione per quanti che sono morti, per coloro che sono rimasti feriti, per quelli che hanno perso una persona cara, e rivolgiamo il nostro pensiero agli ostaggi e alle loro famiglie».
Così si apre la dichiarazione congiunta presentata oggi 8 novembre dalla Conferenza delle chiese europee (Kek, protestante) e dalla Conferenza episcopale europea (cattolica). Il Comitato congiunto dei due organismi di chiese era riunito dal 5 al 7 novembre a Belgrado per proseguire il lavoro di revisione della “Charta Oecumenica”, il noto documento ecumenico firmato nel 2001 che mira a preservare e sviluppare la comunione tra le chiese.
«Riconosciamo il contesto storico di colonialismo, antisemitismo e islamofobia che ha portato alla situazione attuale – prosegue il testo-. Riconosciamo l’immensa sofferenza di entrambe le parti di questo conflitto. Siamo profondamente rattristati dalla distruzione dei luoghi sacri che sono tradizionalmente visti come luoghi di rifugio. Siamo solidali con coloro che in Israele e in Palestina lavorano per promuovere la pace e affermiamo che la violenza non può essere un modo per difendere una causa. La distruzione della vita non promuove né la libertà, né la verità, né la giustizia.
Chiediamo ai leader politici di tutti i partiti di esercitare la propria responsabilità per garantire un cessate il fuoco su tutti i fronti. Chiediamo che i terroristi siano assicurati alla giustizia, che tutte le vite civili – ebrei, cristiani e musulmani – siano protette e che i corridoi umanitari siano aperti per consentire l’accesso alle cure e all’evacuazione. La grave situazione in cui vive la popolazione di Gaza, limitata nei suoi diritti fondamentali e costretta a subire ingiustizie, va avanti da troppo tempo. Chiediamo all’intera comunità internazionale di mobilitarsi e sostenere il diritto internazionale, in particolare le risoluzioni delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di aprire negoziati seri per creare una pace duratura, nella verità e nella giustizia.
È urgente, ora più che mai, ricercare la via della giustizia, rivelataci nel Vangelo, sull’esempio di Gesù Cristo, Principe della pace, il quale, con la sua morte e risurrezione, ci ha riconciliati con Dio, rendendoci tutti figli di Dio.
Invitiamo i fedeli delle nostre Chiese a pregare per tutti coloro che soffrono e invochiamo per tutti la misericordia di Dio, ricordando che siamo tutti membra dell’unica famiglia umana.
Preghiamo e speriamo anche che coloro che detengono autorità sulle nazioni si impegnino in un dialogo autentico che sostenga la dignità umana di tutti e renda possibile una coesistenza pacifica dei due popoli in due Stati».