Lutero e il 31 ottobre

Due iniziative intorno alla Festa della Riforma

Intorno alla data del 31 ottobre, che ricorda l’affissione delle «95 tesi sulle indulgenze» da parte di Martin Lutero, e che viene individuata come Festa in ricordo della Riforma protestante, molte sono state le iniziative locali in tema. Fra queste, segnaliamo la presentazione di due libri di e intorno al Riformatore. Un testo apparso quasi clandestinamente negli anni di propagazione della Riforma anche in Italia e un testo collettivo su Lutero e la Santa Cena. Eccone i resoconti

«Lutero a Venezia» è il titolo del dialogo-conferenza organizzato dalla chiesa valdese e metodista di Venezia e diaspora e dal Sae che ha avuto luogo il 18 ottobre nel locale di Culto a Mestre per la presentazione di un piccolo libro dalla storia interessante: Uno libretto volgare, così il titolo in italiano cinquecentesco, dove il termine “volgare” sta a significare che è scritto nella lingua parlata e non in latino, la lingua universale comunemente usata all’epoca dagli studiosi.

No, Lutero non ha mai visitato Venezia, nemmeno nel suo viaggio per raggiungere Roma. Ma a Venezia ci sono arrivati alcuni suoi scritti. E di questo ha parlato la storica della chiesa Stefania Salvadori, curatrice di questo piccolo libro di Lutero, tradotto e stampato anonimo quasi certamente a Venezia, e qui diffuso. Nei primi anni della Riforma erano ancora possibili, in qualche misura, la discussione e lo scambio di opinioni in merito ai temi teologici toccati da Lutero; e la recente invenzione della stampa facilitava la diffusione delle idee. Venezia poi, città di mercanti posta all’incrocio fra la direttrice nord-sud e quella est-ovest, aveva contatti frequenti con l’estero, e le idee della Riforma erano arrivate anche da noi; e anche i libri. A Venezia era presente una comunità di mercanti tedeschi che aveva la sua sede – abitazioni e magazzini – nel Fondaco dei Tedeschi, il palazzo vicino a Rialto, per anni sede delle poste centrali, che ora ospita un negozio di lusso. Sappiamo che a Venezia e nel Veneto si erano formati dei gruppi di persone che in qualche modo simpatizzavano con le nuove idee giunte dalla Germania; anche Lutero ne era a conoscenza e anni più tardi scrisse una lettera di incoraggiamento a questi gruppi che si riunivano clandestinamente per la lettura e meditazione della Bibbia. Altrettanto clandestinamente, insieme alle merci importate, arrivavano a Venezia testi della Riforma stampati all’estero; ma in quel periodo in cui non esistevano diritti d’autore, avveniva anche che alcuni testi dei riformatori venissero tradotti in italiano e ristampati in Italia senza il nome dell’autore, che avrebbe compromesso gravemente traduttore, editore e lettori, se trovati nelle loro mani.

Questa è anche la storia di questo libretto: una spiegazione e riflessione sul Credo, i Dieci Comandamenti e il Padre nostro, un testo scritto da Lutero in tedesco e non in latino perché pensato per diffondere gli elementi fondamentali della fede cristiana anche alla gente semplice. Il libretto fu poi tradotto in italiano e stampato a Venezia per diffondere la dottrina luterana; da alcune particolarità linguistiche si suppone che a tradurlo fosse stato qualcuno di lingua tedesca, forse proprio uno dei mercanti del Fondaco dei Tedeschi. In assenza di diritti d’autore, il traduttore si prese alcune libertà, smorzando i toni troppo polemici, aggiungendo alcune riflessioni, e inserendo anche una meditazione di un altro autore, seguace di Lutero.

Dopo la presentazione, è seguito un dialogo della curatrice con Enrico Cerasi, membro della nostra chiesa e professore di Filosofia teoretica, sul contenuto del testo, con il pastore Fabio Traversari come moderatore. I presenti hanno poi potuto porre domande, chiedere chiarimenti ed esprimere le proprie considerazioni. Il libro riporta esattamente l’originale dell’edizione italiana, quindi è scritto nell’italiano dell’epoca e riporta anche le aggiunte e le modifiche del traduttore rispetto all’originale tedesco; è preceduto da un apparato storico che colloca l’opera nel suo tempo e ne rifà la storia.
Roberta Colonna Romano

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La presentazione di un libro collettivo, a Verona, in occasione della Festa della Riforma

Il 31 ottobre, al tempio valdese di Verona in occasione della festa della Riforma, è stato presentato il libro Lutero e la Santa Cena. Storia, ontologia e attualità edito da Claudiana*. È stata una occasione, organizzata dal Consiglio delle Chiese cristiane di Verona, di scambio teologico e storico tra il coautore e curatore dell’opera, il pastore e professore Dieter Kampen e il professore don Sergio Gaburro. L’incontro è stato animato e moderato dal pastore Luterano Georg Reider. L’avvio dell’interessante dibattito, davanti a numerosi presenti, è stato condotto da Laura Testa, pastora della chiesa valdese, che a sua volta a dato la parola per un breve saluto all’assessora alla Cultura e turismo del Comune di Verona, Marta Ugolini.
Dieter Kampen ha svolto una breve lectio storica e teologica sul pensiero di Lutero legato al significato e al valore evangelico e teologico della Cena, del pane e del vino e alla contrapposizione della consustanziazione con la dottrina della transustanziazione. La posizione teologica luterana riguardo l’eucarestia si è scontrata con quella di Ulrich Zwingli e poi con quella dei riformati svizzeri sostenitori della Cena come memoria e presenza dello Spirito. Pertanto, ha proseguito Dieter Kampen, i primi decenni della Riforma iniziata da Lutero non hanno visto solo attorno all’eucarestia dispute con la Chiesa di Roma, ma sono stati segnati da dibattiti interni al protestantesimo con confronti e polemiche molto accese come quella tra Lutero e Carlostadio.
Don Sergio Gaburro si è soffermato soprattutto sulle prese di posizioni recenti tra mondo cattolico e chiese protestanti, auspicando che sul tema dell’eucarestia si possano trovare ancora molte e più frequenti occasioni di esperienza comunitaria e davvero ecumenica.
Di fatto, nelle conclusioni riprese da Georg Reider, da Laura Testa e da alcuni partecipanti intervenuti, si sono sintetizzati contenuti e auspici che si ritrovano nella prefazione al libro da parte di Paolo Ricca: «… il nodo eucaristico continua ad essere una grande pietra d’inciampo non rimossa nel cammino verso l’unità dei cristiani (…) ci si deve nuovamente chiedere se non sarebbe possibile per tutte le Chiese che continuano a celebrare la Cena su tavole separate, praticare tra loro perlomeno l’“ospitalità eucaristica”, già proposta da tempo, da più parti».
È stata una presentazione-conferenza davvero coinvolgente e appassionante. Il Signore, come unico padrone di casa, invita tutti e si offre a chiunque indistintamente. In qualche modo la conclusione della giornata della Festa della Riforma si è conclusa nel tempio valdese di Verona con una serata di speranza ecumenica.
* AaVv, Lutero e la Santa Cena. Storia, ontologia e attualità, a cura di Dieter Kampen e Lubomir J. Zak. Torino, Claudiana, 2023.
Cristiano Liuzzo