L’inclusione è digitale

I partner dell’Associazione cristiana per la comunicazione mondiale (Wacc) raccontano all’Internet Governance Forum quanto le reti comunitarie possano creare nuove possibilità d’inclusione digitale

I partner dell’Associazione cristiana per la comunicazione mondiale (Wacc) hanno proposto la loro idea programmatica per una comunicazione digitale giusta, inclusiva e guidata dalla comunità, e lo hanno fatto in occasione dell’incontro dell’Internet Governance Forum (Igf) 2023, tenutosi la scorsa settimana a Kyoto, in Giappone.

«L’Internet che vogliamo è quello capace di dare più potere a tutte le persone». Questo è stato il filo conduttore dell’incontro dell’Igf di quest’anno, l’organismo delle Nazioni Unite che riunisce vari gruppi di stakeholder (soggetti, individui, organizzazioni coinvolti in un’iniziativa di carattere economico) dal mondo, per discutere questioni di politica pubblica che passa attraverso la rete web.

Per discutere di questioni legate alla giustizia digitale e relative alla proprietà e al controllo, la Wacc si è unita all’Association for Progressive Communications (Apc) e a Dw Akademie e Rhizomatica e promosso l’evento collaterale al programma principale dal titolo «Agents of inclusion – Agenti d’inclusione», un modo per mostrare quali siano le buone pratiche già esplorate in tema di connettività e di media digitali guidati dalle comunità.

L’evento ha dunque esplorato le strategie, migliori, per giungere a una giustizia digitale attraverso le «quattro C», ossia, (designing computing, connectivity, content, and human capacity with local community members in the driver’s seat) progettare l’informatica, la connettività, i contenuti e le capacità umane, con i membri della comunità locale al posto di guida.

«Colmare il divario digitale attraverso le reti comunitarie» è stato invece il motto proposto da Kemly Camacho, la direttrice e partner della Wacc della Coopertaiva Sulá Batsú in Costa Rica, e che ha riferito i partecipanti all’incontro sulle tecnologie digitali indigene grazie all’appoggia a una rete comunitaria guidata dall’Associazione delle donne Cabécar dell’Alto Pacuare.

Il sostegno politico è stato posto al centro della presentazione da James Gondwe, il direttore esecutivo del Wacc Ulalo, l’ex Centro per la gioventù e lo sviluppo, in Malawi. 

Gondwe, ha condiviso i frutti di un progetto teso a realizzare migliori quadri politici, normativi e finanziari capaci di aprire nuove strade all’uso delle reti comunitarie per colmare le possibili lacune legate alla connettività. 

Mwendwa Kivuva del Kenya Ict Action Network (KictaNet) ha parlato del lavoro d’inclusione digitale del partner Wacc che fornisce servizi Internet affidabili e convenienti nella valle di Mathare attraverso l’Angaza Community Network 

«Con quest’ultimo incontro s’intendeva mettere in primo piano l’urgenza di una completa democratizzazione di Internet e delle risorse digitali», ha affermato Lorenzo Vargas, responsabile del programma Wacc della comunicazione per il cambiamento sociale (Communication for Social Change). «Il lavoro portato avanti dai partner della Wacc è un esempio di governance di Internet giusta dal punto di vista digitale, con reti Internet comunitarie, che danno alle comunità locali il controllo sulla propria infrastruttura e comunicazione», ha aggiunto. 

«Invece di dover fare affidamento su servizi di telecomunicazione aziendali o pubblici – ha proseguito Vargas – le comunità possono determinare direttamente il modo migliore per esercitare i propri diritti di comunicazione e avere voce in capitolo nello sviluppo di politiche per risolvere e gestire i problemi che si trovano quotidianamente a dover affrontare».