La Chiesa valdese del Rio de la Plata di fronte alle elezioni in Argentina

Un comunicato del ramo sudamericano della Chiesa valdese a pochi giorni dal voto per il nuovo Presidente della Repubblica

Domenica 22 ottobre si terrà, in Argentina, il primo turno delle elezioni generali. I cittadini dovranno votare per eleggere il nuovo presidente e una parte del Congresso nazionale.

5 i candidati alla Presidenza della Repubblica: Javier Milei (La Libertà Avanza), Sergio Massa (Unione per la Patria), Patricia Bullrich (Insieme per il cambiamento), Juan Schiaretti (Facciamo per il nostro Paese) e Myriam Bregman (Fronte per la Sinistra Unita). Secondo i sondaggi, al momento, sarebbero in testa Javier Milei, economista ultra-liberale, paragonato all’ex Presidente brasiliano Juan Bolsonaro, e Sergio Massa: il primo ha portato avanti una campagna antisistema, anarcoliberista, ultraliberale, il secondo, invece, è l’attuale Ministro dell’Economia e si appoggia a una visione progressista.

Non si ricandiderà il presidente uscente Alberto Fernandez, mentre rimane centrale la crisi economica del paese con un tasso d’inflazione pari al 125%, secondo gli ultimi dati.

La Chiesa valdese del Rio de la Plata, il ramo sudamericano della Chiesa valdese, ha pubblicato un appello in vista di elezioni che giungono in un nuovo momento di grande crisi economica e sociale per il grande Paese latino americano.

«Cari fratelli e sorelle, Chiese valdesi in Argentina, Chiese sorelle, caro popolo argentino, – si legge nel testo – è frequente che i tempi elettorali portino con sé un’accentuazione del conflitto sociale, che si somma ai problemi economici non certo nuovi che affliggono la nostra cittadinanza. In questo contesto di grande sensibilità ed effervescenza sociale si affacciano manifestazioni e proposte di ogni tipo, che in molti casi, lungi dall’attenuare i sentimenti di rabbia e frustrazione per incanalarli in modo costruttivo, li esacerbano in posizioni distruttive e pericolose per una buona convivenza democratica.

Non dobbiamo dimenticare che la competizione elettorale e le candidature corrispondenti non dovrebbero essere altro che un servizio del popolo all’intera società, che deve eleggere i suoi rappresentanti.

Quale contributo possono dare le chiese dalla nostra fede? Con umiltà e semplicità, dalla Tavola Valdese vogliamo condividere con voi alcuni pensieri nella speranza che vi aiutino a riflettere e ad agire. In base a cosa? La Parola di Dio è ciò che dovrebbe guidarci sempre, pertanto ricordiamo e condividiamo con voi che in un clima di violenza e di confronto, il Vangelo ci chiama ad essere agenti di pace (“Beati gli operatori di pace, perchésaranno chiamati figli di Dio” Matteo 5:9).

In un contesto in cui abbondano gli attacchi verbali, ricordiamo che la Parola ci invita a stare attenti alle parole e ai pensieri. (“Allontana da te la perversità della bocca e allontana da te l’iniquità delle labbra.” Proverbi 4:24).

In un tempo in cui sono messi in discussione la giustizia sociale e i diritti umani, riaffermiamo che la Parola ci chiama alla coscienza e all’azione sociale, ricordando sempre i più deboli e bisognosi. (“Così dice il Signore: Esercitate giustizia e giustizia, liberate gli oppressi dalle mani dell’oppressore, non ingannate e non derubate lo straniero, né l’orfano, né la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo.” Geremia. 22: 3).

In un momento in cui la storia viene manipolata e vengono rivendicate atrocità, ricordatelo Dio sa tutto e non lascerà impunita l’iniquità umana. (“Guai a quelli che chiamano bene il male e male il bene, che fanno della luce tenebra e delle tenebre luce, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro!” Isaia 5:20).

In un tempo in cui ogni argomento viene trattato con leggerezza e banale superficialità, ricordiamo che Gesù ci chiama a essere consapevoli e ad analizzare ogni cosa in profondità, senza agire affrettatamente. (“Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.” Matteo 10:16).

In un’epoca in cui abbondano rabbia e reazioni intempestive, ricorda che Dio ci illumina quando coltiviamo la pazienza e l’autocontrollo. (Miei amati fratelli, che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento ad arrabbiarsi; perché l’ira dell’uomo non opera la giustizia di Dio. Giacomo 1:19,20) .

In una società in cui il maltrattamento e la violenza purtroppo abbondanti, ricordate che Dio ci insegna una strada diversa per costruire una nuova vita. (“Tutto quello che volete che gli uomini vi facciano, fatelo a loro; perché questa è la legge e i profeti” ci dice Gesù in Matteo 7,12 e “vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri” Giovanni 13:34).

In un mondo pieno di individualismo e dimenticanza del destino degli altri, Dio ci chiama a vivere una vita in comunità solidale, nella speranza viva del Vangelo. (“Portate i pesi gli uni degli altri e così adempirete la legge di Cristo.” Galati 6:2).

In breve, amati fratelli e sorelle, è senza dubbio un momento di prove e sfide, e più che mai dobbiamo sostenerci a vicenda, aiutarci a vicenda a cercare chiarezza e buon senso. Come comunità di fede che rivolgono lo sguardo e la speranza solo a Cristo, abbiamo la bella chiamata di Dio a testimoniare con parole e opere in questo mondo e in particolare nella società nella quale Egli ci ha posti come suoi testimoni. Preghiamo come ci insegna la Parola per coloro che ci governano, ma anche per coloro che mettono la propria vita al servizio della vita istituzionale della nostra società democratica e soprattutto per coloro che lavorano e lottano per una vita migliore del prossimo in tutti gli ambiti della vita, seguendo l’esempio di Gesù».

Alcune settimane fa rappresentanti della Conferenza Episcopale Argentina, Daia (Delegazione delle Associazioni Israelitiche Argentine), del Seminario Rabbinico Latinoamericano, del Cura (Centro Islamico della Repubblica Argentina), della Chiesa Ortodossa Ecumenica Patriarcato di Costantinopoli, Chiesa Siro Ortodossa di Antioquia, Chiesa Apostolica Armena, Faie (Federazione Argentina delle Chiese Evangeliche), Aciera (Alleanza Cristiana delle Chiese Evangeliche dell’Argentina), Consiglio dei Pastori della Città di Buenos Aires, Idi (Istituto del Dialogo Interreligioso) e ComiPaz (Comitato Interreligioso per la Pace, Provincia di Córdoba) hanno rilasciato una dichiarazione in cui invitano urgentemente la leadership politica e la società in generale a promuovere un dialogo costruttivo e rispettoso come strumento fondamentale per affrontare le sfide attuali.