Una medaglia ai “bambini del Chambon”

Il riconoscimento a otto ebrei sopravvissuti grazie all’impegno di alcuni piccoli comuni francesi, alla fine di settembre, ricorda l’importanza della memoria e della solidarietà umana

Lo scorso 28 settembre alla Maison du protestantisme di Parigi, otto “bambini del Chambon”, Colette Benveniste Piault, Philippe Calleux, Jacques Grundman, Roger Grundman, Alain Guzy, Renaud Lambert, Michel Olesinski et Etienne Weil, hanno ricevuto dal sindaco della città di Le Chambon-sur-Lignon la medaglia d’onore. La cerimonia era organizzata con la Federazione protestante di Francia (Fpf) e l’associazione “Le lieu de Mémoire”, presieduta da Muriel Rosenberg, che con il suo lungo e minuzioso lavoro di ricerca ha dato un nome e un volto, ritrovando le persone ancora in vita (la sua ricerca è stata pubblicata nel giugno 2021 nel libro Mais combien étaient-ils ? – Les réfugiés juifs au Chambon-sur-Lignon et sur le Plateau de 1939 à 1945).

Come si legge sul sito della Fpf, Le Chambon-sur-Lignon è l’unica città riconosciuta come “Giusta tra le nazioni” per avere accolto e nascosto degli ebrei dagli occupanti nazisti senza che nessun abitante li denunciasse. Durante la cerimonia, ricca di storia e di emozione, gli otto sopravvissuti hanno testimoniato, uno dopo l’altro, le loro storie personali.

Il pastore Christian Krieger, presidente della Fpf, il sindaco di Le Chambon Jean-Michel Eyraud e il gran rabbino de France, Haïm Korsia hanno introdotto l’incontro, ricordando l’importanza di conservare la memoria di quegli avvenimenti; come ha detto Krieger, «ascoltando la voce dei testimoni prima che questa memoria non sia che l’oggetto del lavoro degli storici e per inscriverci a nostra volta nel racconto memoriale di questa storia, certo conosciuta, ma che dipende da noi mantenere viva, tanto è essenziale all’umanità fraterna, che vogliamo rafforzare e trasmettere, perché questo è l’obiettivo della memoria».

Una necessità di fare memoria, di ricordare le ingiustizie e le violenze, ma soprattutto la solidarietà e l’umanità che in quei tempi difficili portarono alla salvezza di migliaia di persone. Inutile dire che, se avesse avuto luogo appena pochi giorni dopo, questo appuntamento avrebbe avuto tutt’altro peso.

Come ha sottolineato ancora il pastore Krieger, citando uno studio di Patrick Cabanel appena pubblicato, la specificità di quell’esperienza non è tanto in termini quantitativi ma qualitativi, il fatto che tutto il tessuto sociale di Le Chambon e dei villaggi circostanti fu coinvolto e si mobilitò in modi diversi, «dal semplice silenzio protettivo all’assunzione di tutti i rischi a favore degli ebrei, prima dichiarati poi clandestini… in un impegno tanto discreto quanto risoluto».

Durante la seconda guerra mondiale trovarono rifugio nella cittadina di circa 2400 abitanti, nel dipartimento dell’Alta Loira, nella regione Alvernia-Rodano-Alpi, circa 2000 ebrei, ma furono quasi 5000 le persone accolte in quella terra, abitata da circa 8000 persone, come ha ricordato il sindaco di Le Chambon-sur-Lignon alla cerimonia. Già negli anni Trenta infatti vi erano stati accolti rifugiati spagnoli, tedeschi e austriaci antinazisti, grazie all’impegno di alcune persone come Mme de Félice, il pastore André Trocmé insieme alla moglie Madga, e il sindaco Charles Guillon.

Durante la guerra, i piccoli Comuni del “Plateau” offrirono rifugio anche ai renitenti al “servizio di lavoro obbligatorio” imposto dagli occupanti nazisti ai lavoratori francesi, che comportava spesso la deportazione in Germania, ma l’azione per cui sono più conosciuti è stata appunto l’aiuto agli ebrei, adulti e bambini, anche per il coinvolgimento diretto della École nouvelle cévenole (poi Collège Cévenol) fondata nel 1938 proprio dai coniugi Trocmé, e diretta dall’altro pastore del luogo, Édouard Theis, che aprì le porte ad allievi e professori ebrei.

Gli abitanti si attivarono, memori del loro stesso passato fatto di persecuzioni in quanto protestanti, proteggendoli dalle incursioni dei nazisti. Facendo così in modo che, come ha ricordato Muriel Rosenberg durante la cerimonia, «su 2000 ebrei rifugiati a Le Chambon-Sur-Lignon, il 99,6% è sopravvissuto alla guerra».

Sul canale YouTube della Federazione protestante di Francia si può rivedere il video completo:

Foto: frame del video della cerimonia della premiazione, da https://www.youtube.com/watch?v=pfKuhqhLiyE&t=1s