Medio Oriente, il racconto di queste ore a Gerusalemme

La testimonianza di Simone Scotta, già operatore del programma migranti della Fcei in Libano, oggi impegnato con un progetto del Consiglio ecumenico delle chiese per l’accompagnamento delle persone palestinesi

«C’è un po’ di tensione, non se l’aspettava nessuno un’escalation del genere…L’intervento di Hamas era del tutto inaspettato. A Gerusalemme nonostante tutto la situazione è relativamente tranquilla. Sabato scorso si sono sentite tante sirene – e io personalmente le avevo sentite solo nel 2014, quando vivevo nel Nord del Paese – e c’è stato uno sciopero generale, come reazione a un bombardamento su Gaza, la popolazione palestinese è molto sotto pressione. I soldati che si incontrano sono molto tesi. In giro non c’è molta gente, quasi nessuno, sembra di essere tornati al periodo della pandemia».

Simone Scotta è stato per anni operatore della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, in particolare occupandosi dei corridoi umanitari dal Libano, oggi è impegnato in un progetto umanitario di accompagnamento e presenza protettiva a fianco dei civili palestinesi, progetto del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), in un team composto da sei persone palestinesi.

Vive e lavora a Gerusalemme Est: «Siamo in una posizione “buona”, perchè vicini alla moschea di Al -Aqsa che non è un target, vediamo cosa succede…Quel che è certo è che difficile in questa fase per i miei colleghi palestinesi venire in ufficio, per i palestinesi è proprio un’altra storia, qualsiasi movimento è complicato. Per questo, al momento è difficile garantire la sicurezza delle persone coinvolte nel progetto a tutela dei palestinesi e abbiamo sospeso molte delle nostre attività».

Quanto ai cittadini europei e agli “expat”, come si usa dire, nessuna comunicazione al momento è arrivata dalle autorità. «In questa fase credo sarebbe comunque difficile un’evacuazione, ci sono pochissimi voli…Vedremo come si evolve la situazione e cosa succederà nei prossimi giorni. Sono momenti complessi, per i civili e per chi vive in questo territorio».


Gerusalemme. Foto di @snowscat @unsplash