Prima versione italiana della “Topografia cristiana”

Un testo anonimo su un aspetto alquanto ‘particolare’di storia dell’antichità cristiana

Un mercante egiziano, originario di Alessandria, attivo tra il V e il VI secolo, indaga il Cosmo attraverso viaggi, così trovandolo concorde con i testi biblici; il frutto sarà un’opera: Topografia cristiana, ora in edizione italiana*. L’autore, anonimo, ha un “nome”, Cosma: conforme all’oggetto della sua opera; e un “cognome”, Indicopleuste, in «riferimento a un suo presunto viaggio, di cui non siamo assolutamente certi, che lo avrebbe portato fino all’India e all’isola di Taprobane, l’attuale Ceylon» –specifica il curatore Carlo dell’Osso. Il trattatone offre pochi ma utili passi autobiografici. Venticinquenne, «al principio del regno di Giustino, imperatore dei Romani» Cosma si reca «in Adulis», la città degli Etiopi, dove «c’è un trono piazzato all’entrata della città di marmo appartenuto a uno dei re di questa zona, Tolomeo». Su disposizione del governatore Asbas vi si reca insieme a un altro mercante, poi fattosi monaco, Mena. Trovano «sullo schienale del trono scolpiti Eracle ed Ermes» che secondo quest’ultimo rappresentavano «rispettivamente i simboli della forza e della ricchezza. E io, essendomi ricordato degli Atti degli Apostoli, l’ho contraddetto su questo solo punto, dicendo che Ermes andava inteso come simbolo della parola; in effetti, così è scritto negli Atti: Chiamavano Barnaba Zeus, e Paolo, Ermes, perché era lui il più eloquente [14, 12]».

Nel Prologo Cosma dice di aver scritto altre due opere: una di geografia «che abbiamo composto per Costantino, amico di Cristo, in cui è descritta piuttosto ampiamente tutta la terra, quella al di là dell’Oceano e questa al di qua, e poi tutte le regioni, quelle meridionali da Alessandria fino all’Oceano meridionale, e cioè il fiume Nilo e le regioni limitrofe e i popoli dell’intero Egitto e dell’Etiopia, inoltre anche il golfo arabico»; una seconda, Sul corso degli astri, indirizzata «al diacono Homologos, carissimo a Dio». Quando tutte e tre queste opere entreranno in possesso del cristiano «con l’aiuto della grazia divina, esercitato con cura nell’esegesi della Sacra Scrittura, [egli] sarà in grado di confutare facilmente l’assurdità di quelle teorie totalmente inventate». Si renderà così conto «che la Sacra Scrittura è assolutamente veritiera, come pure l’insegnamento dei cristiani. Salute nel Signore, o cristiani!».

Unica opera giunta fino a noi, la Topografia cristiana – composta prima del 553 e ipoteticamente subito dopo il 543 – è articolata in dieci libri con una aggiunta di altri due. Il Libro I è «contro coloro che, pur volendo essere cristiani, pensano e professano che il cielo sia sferico secondo le teorie dei non cristiani». Il Libro II dimostra che «le teorie cristiane riguardo alla forma e disposizione dei luoghi nell’intero universo desumono le prove dalla Sacra Scrittura». Il Libro III conferma che «la Sacra Scrittura è sicura e degna di fede, poiché tratta gli argomenti in modo coerente in sé e in riferimento all’insieme dell’Antico e Nuovo Testamento e attesta l’utilità delle forme dell’intero universo». Il Libro IV «è una ricapitolazione sintetica e illustrazione delle forme dell’universo secondo la divina Scrittura e confutazione della sfericità dell’universo». Nel Libro V si trovano la descrizione del tabernacolo (Es. 25-28) e la concordanza dei profeti e degli apostoli. «Questo libro è, dunque, intitolato: Tipologia cristiana che abbraccia tutto l’universo». Il Libro VI è dedicato «alla grandezza del sole». Il Libro VII è dedicato a un certo «Anastasio riguardo all’indistruttibilità dei cieli». Il Libro VIII è «sul cantico di Ezechia [re di Giuda; Re 19, 14-19] e sulla retrogressione del sole». Il Libro IX è dedicato a una «descrizione del corso degli astri». Il Libro X è una autentica antologia di «citazioni dei Padri concordanti con tutta la nostra opera». Il Libro XI è un  «disegno degli animali indiani e [una] loro descrizione; inoltre [un] riguardo agli alberi e all’isola di Tabrobane [l’odierno Sri-Lanka]». Il Libro XII «prova che molti degli antichi scrittori non cristiani attestano l’antichità delle Sacre Scritture in ragione della loro inveterata incredulità».

Un paragrafo dell’Introduzione, redatto da Gabriele Castiglia, è dedicato all’archeologia cristiana:Da Aksum alle estremità dell’Etiopia. Riverbi archeologici nella Topografia cristiana di Cosmo Indicopleuste. Arricchiscono il volume una ampia Bibliografia e tre Indici: scritturistico, geografico e prosopografico.

*C. Indicopleuste, Topografia cristiana. Roma, Città Nuova, 2023, pp. 448, euro 35,00.