Un Ferragosto diverso
Quest’anno, le chiese valdesi del Pinerolese hanno avuto il consueto incontro di riflessione e intrattenimento, con una particolare attenzione ai più piccoli
La riflessione sulla dinamica tra “centro” e “periferia-margine” è stata il filo conduttore della festa del 15 agosto delle chiese valdesi del Primo Distretto (valli valdesi) tenutasi quest’anno a Pomaretto abbinando, secondo una formula consolidata e molto apprezzata, il culto a un momento di intrattenimento, seguito da un approfondimento storico-culturale e una breve passeggiata.
Il culto mattutino, co-celebrato dai pastori Sophie Langeneck, Gabriele Bertin e dalla diacona Nataly Plavan, con la partecipazione anche di altri giovani nella parte musicale e liturgica, ha portato i presenti a ripensare il proprio “centro”: che cosa consideriamo al centro delle nostre vite e, all’opposto, mettiamo ai margini, considerandolo meno importante, scartabile, ec-centrico? Anche in luoghi emarginati, hanno sottolineato, si realizza una possibilità di vita, e periferia non è sinonimo di degrado, abbandono e dimenticanza, ma può diventare il centro di qualcosa di nuovo. Non a caso, lo sguardo di Dio si posa proprio su coloro che sono e stanno nelle “periferie”.
Con l’aiuto dei bambini presenti, che con i cubetti di legno colorati hanno costruito una città degna del migliore urbanista (con una chiesa, scuole e ospedali al centro, e i grattacieli in periferia “perché se cadono lì fanno meno danni”), anche gli adulti hanno potuto pensare, non solo in termini spaziali, a un cambiamento di punto di vista, a un rinnovamento dei propri schemi. Temi toccati anche negli interventi “istituzionali” a fine culto, della moderatora della Tavola valdese, Alessandra Trotta, e del pastore Stefano D’Amore, presidente della Commissione esecutiva del Distretto (Ced), che richiamando la recente Conferenza distrettuale ha ricordato l’impegno che vede coinvolte le chiese, nell’affrontare un momento di cambiamento, di abitudini e assetti.
L’intento di rinnovare l’occasione di incontro per le famiglie con cui è nata la festa valdese del 15 agosto (che ovviamente nulla ha a che fare con l’Assunzione di Maria), che ha animato la Ced e la chiesa organizzatrice, è stato perseguito anche con l’intervento di Antonio Argenio, maestro elementare, musicista e burattinaio, coadiuvato dal collega “in mestiere e in arte” Marco Salvai (del gruppo Adam Smith), che nel primo pomeriggio hanno catturato l’attenzione di piccoli e grandi (trascinando anche questi ultimi fuori dalla compostezza che caratterizza questa “festa disciplinata”, per la cui storia rimandiamo all’opuscolo scritto da Bruno Bellion che si può scaricare qui
Il loro intervento si è inconsapevolmente ma perfettamente inserito nella riflessione della giornata, partendo dalla lezione di un “maestro” per eccellenza, Gianni Rodari, che con le sue “favole a rovescio” ci ha insegnato un modo diverso di raccontare le storie (le fiabe, per esempio, ma anche la realtà che ci circonda), cambiando il proprio punto di vista e creando cose nuove, riportando al centro personaggi bistrattati (i lupi, le streghe, i draghi…).
Anche la riflessione storica, condotta con le testimonianze di Carla Beux, Adriano Longo, Anita Tron e Andrea Geymet, sui cento (e uno!) anni di storia del Convitto di Pomaretto, così come la visita guidata alla collezione di modellini sui lavori tradizionali realizzati da Carlo ed Enrichetta Ferrero, hanno mostrato ai partecipanti quanto da realtà apparentemente marginali (un borgo relativamente piccolo, in una piccola valle laterale e senza sbocchi…) possano nascere esperienze di vita, di formazione, di cultura, innovatrici e trasformatrici.