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Protezione e responsabilità sulle frontiere

La Federazione Luterana Mondiale (Lwf) è tra i firmatari di un appello urgente in vista della 53a sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite. La sessione, aperta il 19 giugno scorso si concluderà il 14 luglio.

Sono più di 55.980 i casi di persone morte durante le migrazioni in tutto il mondo tra il 2014 ed il 2023.

Si tratta di morti su cui nessuno indaga in maniera efficace e di cui si conosce ben poco o nulla. La Lwf, insieme ad altre 193 Organizzazioni mondiali, ha chiesto al Consiglio per i diritti umani di intervenire per proteggere i migranti a partire dal rispetto dei loro diritti.

L’appello esprime profonda preoccupazione per le politiche e le pratiche di governance della migrazioni. Pratiche che portano a morire, torture, abusi e violazione dei diritti umani.

La natura grave, sistematica e diffusa delle violazioni e degli abusi dei diritti umani alle frontiere internazionali e nelle loro vicinanze – si legge nella lettera – è stata segnalata al Consiglio dei diritti umani in molteplici occasioni.

La richiesta è di istituire un meccanismo di monitoraggio internazionale indipendente per indagare sulle violazioni fin qui compiute. Così da comprendere le cause profonde delle violazioni, l’accertamento delle responsabilità e la restituzione di elementi di giustizia alle vittime e alle loro famiglie.

Per Isaiah Toroitich, responsabile della Federazione per l’advocacy globale, i migranti, rifugiati e i richiedenti asilo hanno diritti umani che devono essere protetti. L’incidenza di morti, feriti e sofferenze, sia nel Mar Mediterraneo che altrove, deve essere affrontata con urgenza.



LWF/Albin Hillert photo