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Adorare Dio

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Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci al Signore, che ci ha fatti
Salmo 95, 6

Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore onore e gloria nei secoli dei secoli
I Timoteo 1, 17


Parole come adorare, inchinarsi, inginocchiarsi, sembrano lontane, estranee alla nostra sensibilità di protestanti, perché ci fanno pensare al gesto materiale di compiere queste azioni con il nostro corpo. Invece, questi verbi vanno intesi come l’atteggiamento interiore del credente e della credente. È l’atteggiamento giusto per riconoscere la grandezza di Dio, la sua superiorità. Ma se esaminiamo le parole usate dal salmista una per una, forse ci è tutto più chiaro.
Venite: se originariamnte si trattava di un invito a recarsi al Tempio per adorare Dio, noi lo intendiamo come un raccogliersi alla presenza del Signore; che è quanto facciamo all’inizio del culto domenicale; ma che è importante fare anche nei momenti di preghiera personale che rivolgiamo al Signore. È un atteggiamento di rispetto; significa riconoscere la grandezza di Dio, ricordandoci che Egli è Colui che ha creato l’universo, che controlla con saggezza, come ci ricordano i versetti che precedono il nostro: ha creato la terra, i monti, il mare e la terra asciutta – e “ci ha fatti”, come dice il versetto 6 del Salmo 95.
Non solo Dio ci ha fatti, ma si prende cura di noi, come un pastore si prende cura del suo gregge, lo protegge e lo conduce, come ci ricorda il salmista, più avanti.
Nell’ultima parte del Salmo, c’è l’esortazione che Dio rivolge al suo popolo: “non indurite il vostro cuore”. A Massa-Meriba gli ebrei vollero mettere alla prova Dio, chiedendo l’acqua come un segno tangibile: “Il Signore è in mezzo a noi, o no?” (Esodo 17, 7).
Come possiamo noi indurire il nostro cuore? Lo facciamo ogni volta che ci aspettiamo da Dio delle risposte, qui e subito, esattamente tagliate e cucite su misura delle nostre esigenze. Ma in tal modo ci dimentichiamo che i piani di Dio non sono i nostri piani, e che noi siamo troppo piccoli e piccole per capire. Nella preghiera, dunque, conserviamo un atteggiamento di rispetto; restiamo consapevoli che Dio è infinitamente superiore a noi, e che conosce quello che è bene per noi. Non smettiamo però di rivolgerci a Lui in preghiera, in ogni nostra necessità. Restando però consapevoli che il Signore saprà guidarci in qualsiasi difficoltà possiamo trovarci. E anche se la sua risposta non sarà esattamente quella che volevamo, ci farà sempre sentire la sua vicinanza e ci darà il conforto e la forza per affrontare qualsiasi prova. Perché, appunto, Egli è il nostro Dio, che ci ha fatti, e che non abbandona mai il suo gregge. Amen.