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Consigli per realizzare un’inchiesta

I tutor sono elementi fondamentali del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Questo concorso (che vede il nostro settimanale Riforma- Eco delle valli valdesi come media partner), infatti, è unico nel suo genere anche per questa scelta di affiancare ai finalisti, tutti under 30, un giornalista esperto che possa sostenerli nella produzione del loro progetto investigativo.

Giunto alla sua dodicesima edizione, quest’anno sono cinque i tutor giornalistici, uno per ogni gruppo finalista ai quali si aggiungono i tutor tecnici – audio video, musicale, digitale – e il tutor legale. Conosciamo meglio uno dei cinque tutor giornalistici 2023, volto già noto alla comunità del concorso al suo secondo mandato in questo ruolo.

Si tratta del giornalista e documentarista Pietro Suber, caporedattore a Mediaset, e supporterà Selena Frasson e Claudio Rosa, tra i finalisti nella sezione video inchiesta.

Ha accettato di essere nuovamente nella squadra dei tutor: come vivrà questo secondo mandato?
«Con passione ed entusiasmo considerando anche il tema scelto dai candidati, segreto per ora. Argomento che mi ha coinvolto direttamente nel lontano passato e non soltanto a livello professionale».

Cosa si aspetta questa volta dagli under30 giunti in finale?
«Dai finalisti mi aspetto un salto di qualità nella scelta narrativa. Con un taglio non solo prettamente giornalistico, in grado di sorprendere, in un certo senso, gli spettatori. Forse un po’ ambizioso da parte mia… Spero veramente che il modo di raccontare la storia possa essere all’altezza delle premesse».

Guardando al giornalismo d’inchiesta, secondo lei, ci sono stati dei mutamenti, delle sfide nuove, che i giovani under 30 dovrebbero considerare?
«La sfida da raccogliere per i finalisti è quella di unire semplicità e concretezza nel racconto senza abbandonare uno dei cardini della narrazione televisiva, la qualità delle immagini e del montaggio. Una ricetta che impone tanta creatività, ma anche tanto coraggio…».

Che libro consiglerebbe di leggere per chi è appassionato di giornalismo e per le inchieste giornalistiche?
«I miei consigli di lettura si concentrano su due libri di colleghi italiani: “La guerra nascosta” (Laterza, 2023) di Giampaolo Cadalanu e Massimo De Angelis. Il bluff della missione militare italiana in Afghanistan con molte interviste interessanti a fonti militari coperte. “Vietato obbedire“ di Concetto Vecchio (BUR, 2005). Un racconto appassionante, attraverso tante testimonianze importanti, della nascita della Facoltà di Sociologia a Trento agli inizi degli anni Sessanta, la cosiddetta ‘”Università del dissenso”».

Un’inchiesta degli ultimi anni da segnalare ai giovani che stanno approcciando al mestiere di giornalista?
«Segnalo l’inchiesta di Francesca Nava per TPI sui gravi errori commessi ad Alzano e dintorni, nella bergamasca, dalle strutture governative all’epoca del primo lockdown. Errori che causarono migliaia di morti per Covid nella zona».



Fonte: Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo