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Una chiesa protestante in Germania accoglie gli attivisti per il clima

Copie di una petizione sul cambiamento climatico con le foto dei firmatari sono poste ai piedi dell’altare. A pochi metri di distanza, una dozzina di attivisti si esercitano in dimostrazioni di strada. Altri membri del gruppo Letzte Generation (Ultima Generazione) terminano un brunch vegano nei banchi. Poi varcano le imponenti porte della chiesa di San Tommaso a Berlino e scendono in strada per un’altra manifestazione per spingere il governo a fare di più per il clima.

La chiesa protestante è diventata un punto di raccolta per questi attivisti, che sono abituati ad azioni dimostrative anche eclatanti e hanno lanciato una campagna di due settimane per bloccare il traffico nella capitale tedesca. Il loro metodo, molto controverso, è quello di sedersi in mezzo alla strada e appoggiare le mani sull’asfalto, provocando l’esasperazione degli automobilisti, esattamente come visto alle nostre latitudini.
«Vogliamo aiutare i manifestanti a rimanere pacifici», spiega il Consiglio presbiteriale di St. Thomas in un comunicato.
«La radicalizzazione del movimento è un’espressione della disperazione per il fatto che si fa troppo poco per proteggere il clima e quindi la conservazione del Creato. Prendiamo sul serio questa disperazione e la affrontiamo», si legge ancora nel testo.
A nord-est di Berlino, un’altra chiesa, il Getsemani – luogo della rivoluzione popolare che ha portato alla caduta del Muro di Berlino nel 1989 – ospita questa settimana una discussione aperta sul cambiamento climatico, prima di passare il testimone a un’altra chiesa la prossima settimana. Questo sostegno religioso non è di per sé privo di controversie, dal momento che l’opinione pubblica disapprova in larga misura la forma delle proteste.

Secondo un recente sondaggio pubblicato dalla televisione pubblica Zdf, l’82% degli intervistati ritiene che gli attivisti si stiano spingendo troppo in là nel bloccare le strade, ad esempio impedendo alle ambulanze o ai pompieri di passare in caso di emergenza.

«I cosiddetti salvatori del mondo in una chiesa, che ipocrisia», ha scritto la rivista Focus in un editoriale.
In questo contesto così acceso, Aljona Hofmann, pastora del tempio dei Getsemani, ritiene più che mai essenziale che ogni parte abbia una piattaforma per una comunicazione diretta e pacifica: «La forza della Chiesa è che riunisce persone di opinioni diverse per trovare un terreno comune e delle differenze», afferma.

Nel 1989, i dissidenti, compresi gli attivisti ambientali, hanno tenuto veglie a lume di candela nella sua chiesa contro il regime comunista della Germania Est, contribuendo alla pressione popolare che è culminata nella distruzione del Muro. Tuttavia, il pastore rifiuta qualsiasi parallelo con le azioni delle chiese di allora. «Non viviamo in una dittatura», dice, «tutti i periodi hanno le loro sfide». Non tutti i membri della sua congregazione sono d’accordo con le azioni della Letzte Generation, ammette.

«Ognuno deve trovare il proprio formato, ma ciò che è importante è iniziare a pensare (…) a ciò che possiamo fare come società» per proteggere il clima, dice. Questo sostegno è una spinta benvenuta per gli attivisti più abituati all’invettiva. «È bello sentire che la Chiesa, in quanto attore politico, si rende conto che ora deve anche intervenire», dice Mathilde Irrmann, attrice e regista di 29 anni.

Un’altra attivista, Cosima Santoro, 68 anni, ritiene che Gesù avrebbe probabilmente approvato l’azione dei manifestanti. «Penso che Gesù Cristo si sarebbe trovato bene con la Letzte Generation. Anche lui ha causato disordini. E lo fa ancora oggi», afferma.


Foto di Stefan Müller