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Conferme e novità nella propaganda antisemita

La piaga dell’antisemitismo è interconnessa a un contesto sociale, economico e culturale. Ciò, perché «una situazione di crisi economica e disagio può creare un clima favorevole al riemergere di attitudini razziste, xenofobe e antisemite». Lo attesta la fotografia annuale dell’Istat che rileva «un paese che negli ultimi anni ha subito profonde modifiche demografiche e sociali» indotte dalla pandemia Covid che ha inciso sulla vita di una intera popolazione: negli ultimi dieci anni la povertà assoluta ha subito una rilevante crescita per «circa 5,6 milioni di persone» già vittime di emarginazione sociale e “sottratte” al mondo dell’istruzione-formazione- lavoro.

Da tali premesse, è breve il passo verso complottismo e nuove paure. «Il complottismo coinvolge coloro che si sentono vittime del caos presente e del futuro angoscioso. Il complottismo è un modello di spiegazione semplice per sua natura mono-causale e dicotomico». L’ostilità viene indirizzata verso il mondo dell’informazione della politica della scienza. La “culla” è negli ambienti dell’estremismo di destra, ma anche in quello di sinistra; obbiettivo: l’abbattimento del sistema. «Spesso il complottismo trova nell’antisemitismo le sue risposte».

Parallelamente, è proprio nel mondo dei media a essere praticata la disinformazione. Si tratta, dunque, di intercettare gli orientamenti della “platea”. «Secondo il Censis il 97,3% degli italiani nell’ultimo anno ha cercato notizie su tutte le fonti off e online»; fonti che creano realtà “altre” rispetto a quelle ufficiali, che forgiano convinzioni e orientamenti di milioni di individui. Ed è questo il terreno dei no-vax, i cui video trasmettono falsità circa la guerra in Ucraina e il cambiamento climatico. «L’83,4% degli italiani si è imbattuto almeno in una fake news sulla pandemia e il 66,1% in una notizia falsa sulla guerra». Altrettanto, di conseguenza, mette in allarme l’antisemitismo, «quale percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Antisemitismo è un termine ampio che va dall’espressione di pregiudizi e stereotipi negativi, ad azioni concrete più o meno gravi, può colpire gli ebrei o i presunti tali». In Italia si è di fronte a un antisemitismo diffuso fondato su quelle «matrici ideologiche» che lo alimentano: «sono il complottismo, il neonazismo, l’antisionismo oltre a una diffusa antipatia generica e astratta verso gli “ebrei”». Inoltre, il radicalismo di un linguaggio violento veicolato dai social media alimenta intolleranza e antisemitismo che si nutrono di luoghi comuni e stereotipi.

Circa il passaggio da un linguaggio verbale violento ad atti e discorsi contro gli ebrei, nel corso del 2022 sono state registrate 327 segnalazioni che, vagliate scrupolosamente, anno rilevati 241 atti contro gli ebrei con una crescita significativa rispetto al 2021 (226 episodi): antisemitismo in Internet (164); episodi materiali (77, oltre a 2 aggressioni); minacce (10, più atti vandalici nella sinagoga di Trieste). Detti episodi hanno interessato città di quasi tutte le regioni. A tutto ciò, nel 2022, vanno aggiunti discorsi, retoriche e simbologie antisemite. «Gli atti di violenza fisica e le più gravi minacce contro gli ebrei hanno avuto luogo nell’ambito della scuola secondaria inferiore e vedono come autori persone spinte dal neonazismo, frequente l’uso di simbologia, slogan e richiami all’esperienza del Terzo Reich».

Quanto agli studenti liceali, l’Osservatorio ha condotta una indagine al fine di creare una conoscenza e, quindi, una consapevolezza circa i pregiudizi contro gli ebrei in particolare: simpatici (30%); indifferenti (67%); antipatici (2%). Buona la loro conoscenza degli ebrei: popolo (74,7%); religione (69,4%); nazione (6,2%). Solo una minoranza, una setta, una razza (8%). E, accanto a essi, anche i musulmani: simpatici (27%); antipatici (3%) e altrettanto verso gli omosessuali: simpatici (34%); antipatici (8%). Invece, rispetto alla percezione dell’antisemitismo e della Memoria della Shoah: consapevolezza di un antisemitismo in Italia (64%); una esagerazione (20%); importanza della Memoria (9 su 10) e molto importante (7 su 10). Nell’insieme, «i dati dell’indagine evidenziano punti di forza e punti di debolezza».

Di fronte a un tale quadro preoccupante, vanno ricordate tutte quelle buone pratiche che nel 2022 si sono attivate per contrastare l’antisemitismo. Nell’insieme, «le istituzioni pubbliche sono costantemente impegnate nel combattere fenomeni di antisemitismo con azioni di educazione, vigilanza e prevenzione»: politici, istituzioni, forze dell’ordine, che hanno visto posizioni “nette” da parte delle massime cariche dello Stato e dei Governi. Nelle dichiarazioni pubbliche, in particolare da parte del presidente della Repubblica Mattarella e del Consiglio Draghi. E, nell’oggi, da parte del ministro della Cultura Sangiuliano (novembre, all’apertura degli Stati Generali dell’Ucei con l’annuncio di vari progetti) e della presidente del Consiglio Meloni (a dicembre, ferma condanna dell’antisemitismo attuale e del preterito del regime fascista all’inaugurazione della lapide dei giornalisti ebrei perseguitati dalle leggi razziali).

Il discorso sulla reviviscenza dell’antisemitismo riguarda l’intera Europa; lo ha ricordato due anni fa la stessa Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. E l’Europa si muove. Ai tre progetti in corso partecipa l’Osservatorio: Relation (Ricerca, Conoscenza, Educazione contro l’antisemitismo [2022-2023]), Hideandola (Antisemitismo latente ed Efficienza Comunicativa di Legali e Giornalisti esperti in Criminalità [2022-2023]), FADE (Lotta Contro l’Antisemitismo attraverso l’Incremento di Attività mirate alla Consapevolezza [2023-2024]).