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L’accordo di Parigi

«Le nostre due chiese hanno più di 200 anni di storia condivisa in Europa e negli Stati Uniti. L’accordo di piena comunione è un altro segno di cui abbiamo tanto bisogno in questi tempi. La nostra collaborazione, sarà quella di affrontare le sfide del cambiamento climatico, di sostenere i rifugiati e la giustizia razziale. Collaborazione che ci lega ancora e colloca ancor più profondamente nel contesto degli sforzi ecumenici mondiali», lo ha affermato Michael Curry, vescovo presidente e primate della Chiesa episcopale firmando il 27 marzo scorso un accordo con Martin Modéus, arcivescovo della Chiesa di Svezia.

La firma dell’accordo prevede disposizioni pratiche e la creazione di linee guida per la cooperazione delle congregazioni che operano al di fuori dalle due Chiese.

Alla cerimonia erano presenti diversi rappresentanti della Chiesa di Svezia giunti dall’estero, insieme ai rappresentanti della Chiesa vetero-cattolica, della Federazione luterana mondiale, del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e della Chiesa evangelica luterana in America (per citarne solo alcuni), per rappresentare l’ampia dimensione ecumenica.

«L’accordo tra la Chiesa episcopale e la Chiesa di Svezia è l’espressione della crescente comunione tra le tradizioni anglicana e luterana. Crediamo di poter cooperare su importanti sfide per la missione della Chiesa nel mondo di oggi. Quindi, questo è un momento gioioso e un passo in avanti nel percorso mondiale ecumenico», ha commentato l’arcivescovo Martin Modéus.

Il rapporto tra la chiesa anglicana e quella luterana risale al XVIII secolo. Seppur le due chiese appartengono a tradizioni diverse, hanno mantenuto un forte legame. La Chiesa di Svezia fa parte della tradizione luterana, mentre quella la Chiesa episcopale alla tradizione anglicana.

«Dal XVIII secolo, varie sono state le forme di cooperazione a livello pratico, arrivando ai tempi più moderni del cammino ecumenico a cavallo tra il XIX e il XX secolo. I contatti tra la Chiesa episcopale e altre chiese anglicane e la Chiesa svedese si sono nel tempo intensificati. Arrivando sino ad oggi (negli ultimi 20 anni), molti sono stati i momenti, le buone pratiche di cooperazione, realizzati anche con le congregazioni europee», ha affermato Christopher Meakin, della Chiesa di Svezia. Meakin, ha poi condiviso il motivo per cui la firma si è tenuta a Parigi, da qui il nome Accordo di Parigi: «Perché l’iniziativa originale per avviare questo processo – che ha portato al memorandum – è iniziata proprio a Parigi nel 2009».


Nella foto:Firma dell’accordo da parte di Martin Modéus, arcivescovo di Svezia e Michael Curry, vescovo presidente della Chiesa episcopale, il 27 marzo 2023. Jeremy Tackett/The Episcopal Church