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Il governo »nasconde la testa sotto la sabbia» sulle disuguaglianze sanitarie, dice la vescova di Londra

Sarah Mullally, vescova anglicana di Londra, ha lanciato un duro attacco al governo inglese, accusandolo di «nascondere la testa sotto la sabbia» sulle disuguaglianze sanitarie “scioccanti» e «dilaganti».

 L’intervento della vescova arriva dopo che il giornale  “Guardian” ha riferito che Thérèse Coffey, attuale ministra della Salute, stava abbandonando il tanto promesso libro bianco del governo sulle disparità sanitarie.

Il documento avrebbe dovuto essere pubblicato mesi fa e far parte dell’impegno dell’esecutivo a livellare le disparità in tale ambito nel Regno Unito. Avrebbe dovuto definire «azioni coraggiose» per ridurre le crescenti disuguaglianze nei risultati sanitari che esistono tra i più poveri e i più ricchi, tra i bianchi e i neri, gli asiatici e le minoranze etniche, e tra gli abitanti del nord e del sud.

Mullally, la prima donna a ricoprire la carica di vescovo di Londra ha affermato che è necessaria un’azione immediata per affrontare le disuguaglianze sanitarie «sempre più visibili».

«Nella ricerca di un miglioramento dei risultati sanitari, non possiamo lasciare indietro nessun uomo, donna o bambino», ha affermato. «Ecco perché le recenti notizie sull’accantonamento del Libro bianco sulle disuguaglianze sanitarie del governo sono difficili da digerire».

Mullally, che questa settimana pubblicherà un rapporto da lei commissionato sulle disuguaglianze sanitarie nella capitale, ha aggiunto: «Spero sinceramente che il governo si unisca a noi nella ricerca di soluzioni, invece di nascondere la testa sotto la sabbia».

Il suo intervento fa seguito a una serie di articoli pubblicati dal Guardian negli ultimi 12 mesi che hanno messo in luce la reale portata delle disuguaglianze sanitarie nel Regno Unito.

Ad aprile, il Guardian ha rivelato che le donne delle aree più povere dell’Inghilterra morivano prima della media delle donne di quasi tutti i Paesi del mondo.

Milioni di donne che vivono nelle aree più disagiate possono aspettarsi di vivere 78,7 anni, quasi otto anni in meno rispetto a quelle che vivono nelle aree più ricche dell’Inghilterra. È peggiore dell’aspettativa di vita media delle donne in tutti i Paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), tranne il Messico.

La cruda analisi ha anche rivelato che l’aspettativa di vita media per tutte le donne in Inghilterra e nel Regno Unito è inferiore alla media globale dell’Ocse. Il Regno Unito è al 25° posto su 38 Paesi Ocse per quanto riguarda il numero di anni che una donna può aspettarsi di vivere in media.

Un portavoce del ministero della Salute aveva dichiarato all’epoca: «Siamo impegnati a livellare la salute in tutto il Paese e il nostro libro bianco sulle disparità sanitarie, previsto per la fine dell’anno, definirà le azioni da intraprendere per ridurre il divario nei risultati sanitari tra i diversi luoghi, in modo che le origini delle persone non determinino le loro prospettive di una vita sana». Il libro bianco non è mai stato pubblicato.

La Mullally, che nella sua precedente carriera è stata responsabile dell’assistenza infermieristica in Inghilterra, ha dichiarato: «È davvero scioccante che le donne delle aree più povere dell’Inghilterra muoiano quasi un decennio prima delle loro controparti più ricche. Nessuno dovrebbe accettare di vivere una vita più breve o meno sana solo a causa del luogo in cui vive. Queste disuguaglianze devono essere affrontate ed è preoccupante quanto le disuguaglianze siano cadute in basso nell’agenda del governo». 

Il Gruppo d’azione per le disuguaglianze sanitarie (Hiag), un’iniziativa multireligiosa guidata da Mullally, dovrebbe formulare 14 raccomandazioni per affrontare le disuguaglianze sanitarie.

Separatamente, più di 155 membri dell’Inequalities in Health Alliance (Iha), riuniti dal Royal College of Physicians, hanno firmato una lettera congiunta alla Coffey per esortarla a pubblicare il libro bianco sulle disuguaglianze sanitarie.