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Seguire l’esempio di Gesù

Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno
Proverbi 4, 18

Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’Egli sarà manifestato saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è
I Giovanni 3, 2

Il versetto che il Lezionario Un giorno una parola ci propone per la riflessione di oggi recita: «Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’Egli sarà manifestato saremo simili a Lui, perché lo vedremo come Egli è». E nel frattempo? Certamente non ci è consentito restarcene con le mani in mano in statica ed estatica attesa. L’immobilismo non si addice al discepolo e alla discepola di Cristo.

In Luca al cap. 10 vediamo il Maestro inviare i suoi a due a due dopo aver fornito loro una sorta di vademecum. Quelle raccomandazioni valgono ancora oggi per noi che siamo chiamati ad essere collaboratori di Cristo nel suo piano di salvezza.

Ai discepoli era chiesta un’attitudine di preghiera, umiltà, mansuetudine, essere persone di pace, saper confidare in Dio ed, in ultimo, essere solidali con chi soffre.

Queste sono le doti che debbono qualificare il nostro discepolato. Da buoni discepoli, dunque, prendiamo ad esempio dal Maestro.

In Lui queste doti sussistevano in pieno: chi, pur essendo Dio, ha umiliato se stesso sino alla morte di croce? Chi è stato mansueto accettando in silenzio il martirio dalla mano degli uomini? Chi ha confidato nel Padre fino alla fine? Chi il giorno della risurrezione salutò i suoi con la pace? Chi incarnandosi si è fatto solidale con l’umanità sofferente?

Tutto ciò, il Cristo lo ha fatto per procurarci una immeritata salvezza ed elevarci al rango di figli e figlie di Dio. La nostra risposta a tutto ciò sia la testimonianza di un vangelo che vive in noi, lontano dalla religiosità stantia e da un legalismo asfissiante.

Questo sarà solo l’inizio della nostra manifestazione.