balducci

Il sogno di un’umanità riscattata

«Io sono sicuro che gli uomini saranno diversi, sono sicuro che ci sarà l’umanità riscattata. Non mi chiedete conto di questa speranza in termini razionali perché non so. L’appoggio della mia speranza è la promessa di Dio. Dobbiamo essere nel mondo i testimoni della speranza indomabile». Sono parole di Ernesto Balducci (1922-1992), sacerdote, testimone della storia, teologo e intellettuale. In occasione del centenario della nascita la Regione Toscana, il comune di Santa Fiora (Gr), ove era nato il 6 agosto 1922, paese di minatori sull’Amiata, la città di Firenze, il suo ordine religioso, gli Scolopi, fondato nel 1617 da Giuseppe Calasanzio per diffondere l’istruzione fra i bambini poveri, hanno curato una pubblicazione, Non sono che un uomo (ed. Paoline, 2022). Il libro è alla base delle celebrazioni ora in corso in Toscana.

Figlio di un minatore, primo di quattro figli, Ernesto Balducci per studiare entra nel seminario minore degli Scolopi a Empoli nel 1934. Sarà l’inizio di una vocazione sofferta, intelligente ed efficace sul piano della testimonianza pubblica. Avrebbe voluto studiare Teologia alla Gregoriana, ma il suo ordine lo manda a Firenze nell’autunno 1944: un cumulo di macerie lasciate dai tedeschi, che l’avevano abbandonata l’11 agosto dello stesso anno. Ordinato sacerdote nel 1945, frequenta la facoltà di Lettere. Ha la possibilità di entrare in contatto con Attilio Momigliano, noto studioso della letteratura italiana, con il filosofo Eugenio Garin e lo storico Delio Cantimori. Si laurea con Momigliano nel 1950 con una tesi su Antonio Fogazzaro modernista, in modo particolare sull’opera Il santo.

È in questi anni che legge le opere di Jacques Maritain, passato al cattolicesimo, ma di famiglia ugonotta. È la sua prima conoscenza, come mi dirà molti anni dopo, del mondo della Riforma. Ebbe frequentazione di letterati del calibro di Giovanni Papini, Giorgio La Pira, l’uomo che influenzò maggiormente il suo pensiero, Mario Gozzini, Mario Luzi, e in anni successivi anche Giorgio Spini. Ottimo il suo rapporto con il card. Elia Dalla Costa, che avvertiva la necessità per la Chiesa cattolica di riformulare la teologia pastorale, cosa che avverrà con il Concilio Vaticano II. Nel 1952 esce dalla Morcelliana la sua tesi di laurea su Fogazzaro. Inizia l’attività di conferenziere e di docente di Religione, Storia e filosofia all’istituto fiorentino “Cavour” degli Scolopi. 

Nell’inverno 1957-58 fonda la rivista Testimonianze: insieme ad altri cattolici si propone di riformulare la teologia seconda di Tommaso d’Aquino: la Chiesa cattolica va svecchiata, deve prendere contatto con i poveri e quanti lottano per un mondo nuovo. Gli Scolopi sostennero sempre le sue iniziative; uno dei primi abbonati alla rivista fu Giovanni Battista Montini, vescovo di Milano, dal 1963 papa Paolo VI. Allontanato da Firenze dal nuovo cardinale Ermenegildo Florit, vive a Roma negli anni del Vaticano II (1962-65). In questo anno ottiene da Paolo VI la facoltà di risiedere a Firenze, restando fuori dalla diocesi di Firenze..

In questi anni Balducci interviene anche sull’obiezioni di coscienza, in difesa del primo obiettore cattolico Giuseppe Gozzini. Insieme a don Lorenzo Milani (1023-1967) verrà condannato dai tribunali italiani per vilipendio delle Forze armate. Gli anni successivi saranno dedicati da Ernesto Balducci all’impegno ecumenico. Nel dicembre 1984 invita per la prima volta Paolo Ricca a un convegno su «Teologia della liberazione: una sfida per la cultura occidentale»; l’impegno per la pace si tradusse per Balducci nella fondazione delle Edizioni cultura della pace, dove nel 1989 Paolo Ricca pubblicò un saggio originale dal titolo La chiese evangeliche e la pace. Nel suo volume fondamentale del 1980, L’uomo planetario, sviluppa le idee del dialogo interreligioso come faranno nello stesso tempo Hans Küng e David M. Turoldo. Un tragico incidente d’auto nel 1992 pone fine alla sua vita.

Personalmente ho conosciuto Balducci negli anni ’60, quando studiavo dai Salesiani, e al di là della mia conversione evangelica è rimasto sempre un fratello maggiore, impegnato nel rapporto fondamentale fede evangelica – storia contemporanea.