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Il Consiglio ecumenico pianifica il futuro

Si è riunito dal 5 all’8 aprile il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). L’occasione era quella di dar vita alle  prime giornate di pianificazione futura e di formazione del personale dopo due anni. 

Un incontro «ibrido» in presenza e online, che aveva come obiettivo quello di rafforzare la collaborazione interna e continuare pianificare anche i lavori dell’11a Assemblea.

Il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), Ioan Sauca, ha ricordato ai presenti i futuri appuntamenti: la riunione del comitato esecutivo Cec del prossimo maggio, quella del Comitato centrale di giugno, nonché, l’11a Assemblea che l’organismo ecumenico terrà a Karlsruhe, in Germania, tra fine agosto e settembre.

Sauca, ha parlato anche della situazione in Ucraina. L’ha fatto presso l’Istituto Ecumenico di Bossey: «Abbiamo chiesto a chi ne ha il potere, di muoversi con la diplomazia e di non indirizzare altre minacce; di muoversi dunque nel segno del dialogo e non dello scontro», ha affermato Sauca. 

«Il lavoro del Cec non si arresta e questa è una delle numerose tavole rotonde che il Cec promuove. Presto vedremo le prime luci della pace, so che ciò avverrà».

La vice segretaria generale del Cec, Isabel Apawo Phiri e il direttore per gli affari internazionali Peter Prove hanno invece offerto un aggiornamento sulla delegazione inviata  in missione in Ucraina e in due zone satellite (con l’Act-Alliance), Ungheria e Romania.

Il direttore dell’Ufficio del Segretariato generale del Cec, Doug Chial, ha affermato che «questo è un momento decisivo per fare qualcosa di nuovo, per cambiare, per applicare ciò che nel tempo si è imparato. È il momento di essere critici, creativi, innovativi».

Oltre alla pianificazione per il 2023, le Giornate di lavoro e di formazione del personale includevano anche seminari dedicati al tema dei pregiudizi e ai principi della giustizia di genere, indicazioni già approvate dal Comitato centrale e da rivolgere al personale, agli organi direttivi e alle Commissioni e ai gruppi di riferimento del Cec.

Le sessioni hanno incluso anche un momento per «imparare insieme», per rispondere a una domanda fondamentale, «come la Comunione di chiese dovrà e vorrà proseguire il suo lavoro e cosa, invece, lasciarsi alle spalle».