277673527_3198715623708459_629986440247971618_n

Ucciso a Kiev il decano del Seminario evangelico slavo

 

Il decano del seminario evangelico slavo di Kiev, in Ucraina, è tra le vittime delle truppe russe che hanno invaso la città, secondo quanto riportato da diversi social media.

Vitaliy Vinogradov era un laureato del Kyiv Bible Institute e del Seminario Evangelico Teologico. Il suo corpo è stato trovato in una strada di Bucha, che fa parte della periferia di Kiev.

 

Sul sito in cirillico del Seminario Evangelico Slavo di Kyiv si legge che il Seminario è «un’istituzione educativa spirituale interconfessionale fondata nel 2014 con lo scopo di formare leader, insegnanti e pastori per un ministero efficace.
Il programma si basa sull’istruzione superiore e sull’esperienza ministeriale e comporta il più alto livello di studio della Scrittura, delle lingue bibliche e di varie discipline teologiche ed ecclesiastiche. Lo studio di tutte le discipline è strutturato in modo tale che gli studenti possano in seguito usarle efficacemente nel ministero e insegnarle».
 

Mentre le truppe russe hanno iniziato a riposizionarsi e ad abbandonare le aree fuori Kiev, centinaia di corpi sono stati scoperti, alcuni sepolti in tombe di fortuna e altri lasciati a disseminare strade e cortili.

Una di queste fosse comuni si trova nel cortile della chiesa di “Sant’Andrea e Pyervozvannoho Tutti i Santi” a Bucha.

I sopravvissuti e coloro che ora vengono in aiuto dei sopravvissuti descrivono le scene surreali come infernali e incredibili e come chiara prova dei crimini di guerra internazionali di Vladimir Putin e delle sue truppe.

Intanto l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari riferisce che quasi 10,5 milioni di persone sono state sfollate con la forza in Ucraina e nei paesi vicini dal 24 febbraio. Questo include più di 4 milioni di persone che sono fuggite dall’Ucraina – principalmente donne, bambini e anziani, mentre i restanti sono sfollati interni.

La sola Polonia ha ricevuto più di 2,3 milioni di rifugiati, seguita da 616.000 in Romania, 388.000 in Moldavia e 368.000 in Ungheria.

Le bombe russe non scoraggeranno gli sforzi di soccorso umanitario dei battisti, secondo un rapporto della Federazione battista europea (Ebf).

«Per diversi giorni, la città di Chernihiv, nel nord dell’Ucraina, è stata tagliata fuori dal resto del paese. Il 23 marzo, le truppe russe hanno bombardato un ponte della città che era un importante corridoio umanitario. L’accesso agli aiuti è difficile ed è impossibile lasciare la città. Tuttavia, i cristiani locali stanno trovando mezzi di trasporto alternativi, come le barche, per portare cibo a Chernihiv», ha spiegato l’Ebf nel suo rapporto.

«La città di Mariupol continua a vivere una catastrofe umanitaria, con continui bombardamenti e blocchi agli aiuti umanitari». Secondo il sindaco della città, ci sono più di 100.000 civili in attesa di essere evacuati. La chiesa battista Bethany nella città è stata recentemente bombardata. Nonostante il brutale conflitto, i credenti in Ucraina continuano a incontrarsi per pregare e leggere la Bibbia. Le chiese in tutto il paese stanno lavorando insieme per fornire alloggio, cibo, vestiti, medicine e trasporti» recita sempre il sito della Federazione battista europea.

Allo stesso modo, anche se gli scaffali della maggior parte dei negozi e dei supermercati di Sumy, una città nel nord-est dell’Ucraina, sono ora vuoti, le chiese in altre aree dell’Ucraina e all’estero «stanno inviando cibo in città ogni giorno, e i cristiani locali aiutano a distribuirlo a chi ne ha bisogno».

Inoltre, «le chiese battiste nella regione di Cherkasy stanno consegnando cibo nelle aree gravemente colpite. Sulla via del ritorno, gli autisti portano le persone fuori dalla zona di guerra, e una squadra di volontari li aiuta a viaggiare verso altri paesi europei».

«Un leader giovanile ed evangelista di una chiesa di Mykolaiv ha iniziato un ministero per i soldati locali. Ogni mattina porta tè e piccoli regali per incoraggiare le truppe a 15 posti di blocco. I soldati hanno accettato volentieri che pregasse con loro e gli hanno chiesto di continuare le sue visite».

Entro i confini dell’Ucraina, le chiese battiste hanno creato posti letto per 45.000 persone ogni notte.

Oltre i confini dell’Ucraina, i battisti stanno facendo lo stesso, con 4.000 letti disponibili per i rifugiati ucraini in Romania, 1.600 letti in Polonia e 700 letti in Moldavia.

In Ungheria, i battisti stanno servendo il popolo rom, spesso perseguitato, che è fuggito dall’Ucraina. «Molte chiese e altre organizzazioni hanno respinto i rom mentre fuggivano dal confine, ma i battisti ungheresi stanno servendo i bisognosi, indipendentemente dal loro background» riferisce sempre il sito della Federazione battista europea.