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Gesù, esempio di empatia e solidarietà

Anche la Chiesa evangelica valdese del Rio De La Plata ha recentemente pubblicato un articolato ragionamento curato dal pastore Juan Carlos Wagner per commentare la guerra in Ucraina. 

«La vera grazia esige il pentimento» è il titolo.

«Ancora una volta – si legge – e in modo cruento, l’orrore di una nuova guerra scorre attraverso i media e i social network e provoca in tutti noi sentimenti e reazioni contrastanti. 

L’effetto del conflitto tra Russia e Ucraina aumenta il flusso di (dis)informazione sia all’interno dell’Europa sia all’esterno. La maggior parte di noi (membri di chiesa e della comunità, ndr) sta cercando frammenti di notizie per comprendere quanto stia realmente accadendo». 

Citando una frase del biologo di origini cilene Humberto Maturana, l’articolo prosegue «Non vediamo mai le cose per quanto realmente sono; solitamente tendiamo a inquadrarle secondo il nostro punto di vista». 

É evidente, si legge ancora, «che il mercato delle armi e la sua produzione sono i protagonisti nello scenario di ogni guerra, ma ci domandiamo aprioristicamente se è necessario che le armi debbano essere fabbricate. Non è possibile determinare con estrema chiarezza cosa abbia innescato questa nuova tragedia umanitaria, ma è possibile affermare, senza ombra di dubbio, che molte persone stanno morendo, che i legami familiari e i luoghi di appartenenza di gran parte della popolazione colpita sono stati rasi al suolo. Chi tende a narrare questa violenza dal solo punto di vista economico, lo fa con uno sguardo miope senza soffermarsi sulle implicazioni storiche, ideologiche e culturali della tragedia in corso.  […] Ogni possibile idea su quanto sta accadendo o qualsiasi possibile ricerca di un capro espiatorio, non potrà mai nascondere il massacro di tante vite. 

In ogni parte del mondo scoppiano conflitti e l’unica certezza è sempre e solo il sangue innocente lasciato in terra; la sofferenza umana.  Le guerre sono ingiuste per gli uomini, per l’ambiente, per la giustizia […]

«Gesù mette in guardia dalle false sicurezze, dalle storie imparate senza alcuna empatia o solidarietà. Gesù distrugge l’idea dell’innocenza di coloro che sono ancora vivi. Nessuno può rivendicare la purezza, nessuno può rivendicare l’innocenza (tantomeno Pilato!!!). Gesù esorta ad un cambiamento di vita, ad un pentimento sincero, a smettere di essere puri commentatori delle disgrazie altrui. L’intenzione di Gesù non è quella di spaventare. Al contrario, l’intenzione è quella di promuovere una vita più piena e fruttuosa davanti a Dio, alle persone e alla creazione. Che dubbio c’è che siamo parte di un modo di vivere globale che minaccia la vita buona?

La parabola del fico rafforza quanto detto sopra. L’albero di fico non produce frutti da diversi anni e il proprietario propone di tagliarlo in modo che non danneggi anche il terreno su cui è piantato. Il fico è un simbolo collettivo, di tutto il popolo, di tutta la nazione. A cosa serve il fico se non a dare fichi? L’assenza di frutta non è colpa di una persona o di un’altra, è necessario un cambiamento generale. L’intercessione del vignaiolo propone una cura supplementare per aiutarlo a portare frutto, una nuova opportunità. Severità e grazia sono combinate. La severità che ci costringe a prendere coscienza delle conseguenze di una vita lontana dal proposito di benedizione di Dio che sta distruggendo le persone ovunque, creando ingiustizia, esclusione e morte. Ci sarà una via d’uscita? È tempo di grazia, ancora! Non possiamo più giocare il gioco di ignorare le conseguenze delle nostre azioni globali che avvicinano l’ombra di una fine di autodistruzione. È tempo di pentirsi, di prendere coscienza e di essere semi di vera pace. Amen».