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La bontà di Dio

Dio manderà la sua grazia e la sua fedeltà
Salmo 57, 3

Dio non ha lasciato se stesso privo di testimonianza, facendo del bene, mandandovi dal cielo pioggia e stagioni fruttifere, dandovi cibo in abbondanza, e letizia nei vostri cuori
Atti degli apostoli 14, 17

Come parlare di Dio a dei pagani? Come introdurre l’idea del Dio unico, creatore di ogni cosa e reggitore del mondo? 

Superato lo shock di essere stati scambiati per due divinità come Giove e Mercurio – dopo la guarigione miracolosa compiuta dall’apostolo Paolo su un paralitico – una volta superato lo sdegno, che porta Paolo e Barnaba a stracciarsi le vesti, l’apostolo usa argomentazioni molto semplici: le cose essenziali per la sopravvivenza umana. 

Egli spiega: c’è stato un “prima”, in cui Dio, il creatore di tutte le cose, ha consentito che tutti i popoli seguissero liberamente la propria via, la loro religione pagana.

Ma c’è un “ora”, un tempo in cui tutto questo si rivela come vanità. È necessario che essi si convertano al Dio vivente, quel Dio che ha lasciato testimonianza di sé agli esseri umani, mandando loro pioggia e stagioni fruttifere, perché tutti abbiano cibo in abbondanza, e questa pienezza di vita porti gioia a tutti i cuori.

Insomma, di fronte a una recrudescenza di paganesimo, Paolo sottolinea che questi pagani hanno già sperimentato la bontà di Dio attraverso tutte le cose buone che ha donato agli esseri umani.

Ma di fronte a queste affermazioni – pioggia e stagioni fruttifere, cibo in abbondanza e letizia nei cuori – non si può non pensare ai guasti che noi abbiamo provocato a questa creazione buona, donata da Dio affinché uomini e donne godessero, non mancassero di nulla ma potessero vivere nella gioia. 

Abbiamo alterato il clima; le piogge non cadono più in maniera regolare, per cui a periodi di prolungata siccità si alternano inondazioni e frane. I raccolti sono spesso scarsi, i paesi più poveri ne soffrono le conseguenze. Dove è finita la letizia dei cuori? Ci dimentichiamo che noi, che non siamo pagani ma che abbiamo conosciuto Dio, abbiamo alterato il mondo buono che Dio ci aveva concesso.

È necessario e urgente prendere consapevolezza di tutto questo, e impegnarsi seriamente a porre rimedio ai guasti che abbiamo provocato.