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Berlino, dopo le fiamme la chiesa protestante torna a vivere

Domenica 20 febbraio, circa 100 persone si sono riunite davanti alla chiesa Paul Gerhardt di Berlino per una cerimonia interreligiosa, un mese dopo l’incendio di questo luogo di culto.

La cerimonia si è svolta sotto la pioggia davanti alla chiesa bruciata nel quartiere di Prenzlauer Berg, a nord della capitale tedesca, un mese esatto dopo le fiamme che hanno completamente distrutto l’altare e la sua notevole pala, così come parte della navata e l’organo di questa chiesa protestante tedesca, membro dell’Ekd, la Chiesa evangelica in Germania.

«Il fuoco ha colpito il cuore della chiesa», ha detto Aljona Hofmann, uno dei tre pastori della parrocchia, durante la cerimonia. Tuttavia, si è detta contenta che i due angeli che cinrcondavano la pala d’altare non fossero stati distrutti, anche se gravemente danneggiati. Saranno conservati nella loro forma attuale affinché il fuoco non sia dimenticato e la speranza trionfi.

La funzione del 20 febbraio è un forte segno di gratitudine per il buon e rispettoso lavoro dei vigili del fuoco, il sostegno finanziario e le offerte di molti operai e architetti per contribuire gratuitamente alla ricostruzione della chiesa bruciata. Le indagini della polizia sono in corso per trovare l’autore del presunto incendio doloso.

I vigili del fuoco sono riusciti a spegnere l’incendio e nessuna persona è rimasta ferita.

L’ammontare dei danni non è ancora stato stimato.

Anche il cero pasquale si è salvato. «Ci mostra che la luce di Dio brilla sempre per noi. Perché ciò che Cristo ci ha promesso è ancora vero: “Chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. (Giovanni 8:12)» continua la pastora Hofmann.

Il cero pasquale è stato acceso davanti alla chiesa già la sera del 21 gennaio, 24 ore dopo l’incendio, durante una breve preghiera. La congregazione si è riunita numerosa. Persone anziane, di mezza età e giovani, famiglie con bambini, giovani. C’erano anche il vescovo Christian Stäblein, e la sovrintendente generale Ulrike Trautwein.

Segni di solidarietà sono arrivati dal quartiere e da lontano, da politici, dalla comunità ecumenica, da fratelli e sorelle ebrei e musulmani, dal presidio della House of One e del German Muslim Centre Berlin, dalle comunità ebraiche del quartiere.