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Consiglio ecumenico delle chiese, solidarietà ai pastori attaccati in Pakistan

Il segretario generale ad interim del Consiglio ecumenico delle chiese, padre Ioan Sauca, ha espresso profonda tristezza e preoccupazione nel ricevere la notizia dell’omicidio del pastore William Siraj e del ferimento del pastore Patrick Naeem, responsabile della Chiesa dei Martiri di Tutti i Santi, a Peshawar, il 30 gennaio. Siraj, che aveva 75 anni, è morto all’istante per ferite multiple da arma da fuoco, mentre Naeem ha subito una ferita da arma da fuoco ed è stato curato in un ospedale di Peshawar. Essi appartengono alla Chiesa del Pakistan, una chiesa membro del Cec. Anche se nessun gruppo ha rivendicato l’attacco, la polizia lo ha descritto come un atto terroristico. È stata avviata un’indagine completa ma gli assalitori al momento non sono ancora stati arrestati. 

Sauca ha detto: «Siamo solidali con le famiglie colpite nella diocesi di Peshawar, e con tutti i cristiani e i cittadini pacifici del Pakistan, addolorati per la morte del pastore William Siraj e il ferimento del pastore Patrick Naeem».

Sauca ha sottolineato la responsabilità del governo e delle autorità di proteggere tutto il popolo e le comunità del Pakistan dalla violenza e dal terrore.  «La vita e la testimonianza dei cristiani in Pakistan ispirano profondamente le persone in tutto il mondo», ha detto. «Anche nel difficile contesto di essere una minoranza e spesso emarginata, i cristiani in Pakistan continuano ad essere una benedizione per la nazione, contribuendo significativamente alla vita della più ampia società pakistana».

Il moderatore e presidente della Chiesa del Pakistan, il vescovo Azad Marshall, ha detto: «Condanniamo con la massima fermezza l’attacco mirato ai nostri leader della chiesa. Chiediamo l’arresto immediato degli aggressori e la protezione dei membri della nostra comunità».

Marshall ha dichiarato che c’è stata un’ondata di attacchi terroristici nel paese da quando i talebani pakistani hanno terminato un cessate il fuoco con il governo in dicembre. «Questa recrudescenza del terrorismo deve essere contenuta immediatamente prima che la situazione sfugga di mano», ha detto. «Abbiamo piena fiducia nelle nostre forze di sicurezza e ci aspettiamo che il governo faccia tutto ciò che è in suo potere per garantire la sicurezza di tutti i cittadini e dei luoghi di culto».

Il vescovo della Chiesa del Pakistan di Peshawar Humphrey Sarfaraz Peters, ha riflettuto: «Lunedì abbiamo salutato il pastore William Siraj e più di 3.000 persone si sono unite al funerale per celebrare la sua vita. Il nostro dolore e la nostra tristezza sono condivisi da comunità di tutte le fedi, e viviamo tra persone che sono amorevoli e promuovono l’armonia interreligiosa».

Peter Jacob, un alto attivista dei diritti umani e direttore esecutivo del Centro per la giustizia sociale con sede in Pakistan, ha detto: «L’attentato di domenica ci ricorda le centinaia di membri innocenti della minoranza cristiana che sono stati martirizzati in attività terroristiche, tra cui 15 fedeli in una chiesa a Bahawalpur nel 2001, i sei collaboratori del Comitato ecumenico per la giustizia e la pace a Karachi nel 2002, il ministro Shahbaz Bhatti nel 2011, e 90 fedeli della chiesa All Saints di Peshawar nel 2014».

Jacob ha aggiunto: «La comunità cristiana ha servito il paese nei servizi sociali e ha agito a favore della coesistenza pacifica nel paese. È ora che il governo prenda seriamente atto della presenza dell’estremismo che prende di mira i cittadini sulla base del loro credo».

Ha notato che un gran numero di persone in Pakistan sono amanti della pace e non sostengono l’abuso della religione per atti di violenza. «Questo sostegno dovrebbe essere utilizzato per sradicare le organizzazioni che rappresentano un pericolo per la pace e l’amicizia», ha detto.

La Chiesa del Pakistan si forma nella seconda metà del secolo scorso dalla fusione delle chiese anglicana, metodista, luterana e presbiteriana. Conta oggi circa mezzo milione di fedeli e 600 pastori.

 
Photo: Albin Hillert/WCC