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Una via di Parigi dedicata alla femminista protestante Sarah Monod

Una strada di Parigi prenderà il nome dalla filantropa e femminista protestante Sarah Monod (1836-1912). Grande volto della Comunità delle diaconesse di Reuilly, ha presieduto anche il Consiglio nazionale delle donne francesi.

Il Consiglio comunale di Parigi ha votato all’unanimità nei giorni scorsi un ordine del giorno presentato da Karen Taieb, vice sindaca della città e responsabile del patrimonio, della storia di Parigi e dei rapporti con i culti.

«Karen Taïeb è venuta a visitare la Biblioteca protestante francese (Shpf) il 5 dicembre. Gli abbiamo presentato documenti rari che evocano pagine significative della storia del protestantesimo. In questa occasione mi chiese di suggerirle il nome di una straordinaria donna protestante il cui nome poteva essere dato a una strada di Parigi. Il nome di Sarah Monod è quello emerso probabilmente con più forza», spiega Isabelle Sabatier, presidente dell’Shpf.

Tra le principali rappresentanti della filantropia protestante tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, Sarah Monod è stata anche una delle prime femministe. È stata «eletta presidente della prima associazione femminista creata in Francia, il Consiglio nazionale delle donne francesi, che ancora esiste», sottolinea Isabelle Sabatier. Arrivata a Parigi all’età di nove anni, la figlia dell’importante pastore riformato Adolphe Monod, vi rimase fino alla fine della sua vita, nel 1912.

Da parte della Comunità delle diaconesse di Reuilly, di cui è stata direttrice laica dal 1868 al 1901, non mancano gli elogi per Sarah Monod. Lei che è stata «per trent’anni una provvidenziale collaboratrice della nostra seconda sorella superiora, suor Waller», viene particolarmente lodata per «il suo coraggio durante la guerra del 1870, la sua robusta franchezza, il suo impegno per la causa delle donne» in un comunicato reso noto dalla stessa Comunità di Reully. Qualità che «le hanno dato una grande influenza».

«La Federazione protestante di Francia non può che accogliere con favore una tale decisione ed è molto grata al Consiglio di Parigi. È fondamentale riaffermare i diritti delle donne, violati in tutto il mondo. E la loro acquisizione è ancora fragile, anche in un paese come la Francia», commenta François Clavairoly. Per il presidente della Federazione protestante di Francia, «è essenziale oggi promuovere nella vita di tutti i giorni le figure emblematiche e storiche del femminismo e della lotta per l’uguaglianza tra uomini e donne; dedicare una via a Sarah Monod, questa grande signora protestante, femminista e filantropa della prima ora, svolge questa funzione. Anche il protestantesimo francese è molto orgoglioso e grato a Sarah Monod per la sua testimonianza».

Sotto l’influenza di Elizabeth Fry, un gruppo di donne protestanti fondò il Protestant Work of Women’s Prisons nel 1839. Sua madre era una di loro e Sarah si interessò presto alle donne in prigione. Dopo aver incontrato Joséphine Butler nel 1877, ha partecipato alla creazione dell’ Union internationale des Amies de la Jeune Fille (Unione internazionale degli amici della ragazza),  e poi della sua filiale francese, che ha presieduto (1884).

Durante l’Esposizione Universale del 1889, animò uno dei due congressi femminili, quello delle Opere Femminili e delle Istituzioni (principalmente protestanti) che, sotto il nome di Conferenze di Versailles, continueranno a riunirsi ogni anno. Nel 1900, sotto la pressione del Consiglio internazionale delle donne, i due congressi delle donne si riunirono per formare il Consiglio nazionale delle donne francesi, che Sarah Monod avrebbe presieduto fino alla sua morte.

Della stessa famiglia Monod fa parte Jacques (1910-1976), premio Nobel per la biologia nel 1965. Poche settimane fa il direttore di Riforma Alberto Corsani ha animato un dibattito on line con il professor Telmo Pievani, autore del recente romanzo filosofico “Finitudine“, dedicato a un immaginario incontro proprio fra Jacques Monod e il grande scrittore Albert Camus (1913-1960), premio Nobel per la letteratura nel 1957.

Qui il link del dibattito, via Facebook