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Rileggiamo l’articolo 34 della Costituzione

Ripensare il modo di fare scuola. Il 29 gennaio gli studenti del Concorso promosso da Articolo 21 sul diritto all’istruzione e alla conoscenza, incontreranno i membri della giuria in videoconferenza.

Le migliaia di studenti di 86 scuole di 46 province che partecipano al concorso «Rileggiamo l’articolo 34 della Costituzione» (promosso da Articolo 21Federazione nazionale delle stampa italiana – Fnsi, Ministero dell’Istruzione e Rai) incontreranno alcuni membri della giuria domani, 29 gennaio dalle 9 alle 11, grazie a un webinar che sarà trasmesso in diretta streaming da Rai Scuola e Rai Cultura e dai siti Facebook di Articolo 21 ed Eurovisioni.

Partecipano tra gli altri: Giovanna Boda, Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione; Gino Roncaglia, Professore d’informatica umanistica; Giuseppe Giulietti, Presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana; Lucio Russo, Professore di fisica e storico della scienza; Silvia Costa, già Presidente della Commissione Cultura ed Educazione del Parlamento Europeo, Roberto Zaccaria, professore di diritto Costituzionale e diritto dell’Informazione;Gustavo Zagrebelsky, già Presidente della Corte Costituzionale.

L’Articolo 34 afferma: «La scuola è aperta a tutti […] I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi […]». 

«Eppure – afferma il direttore del Concorso, il professor Renato Parascandolo-, un solco profondo separa dalla realtà questo precetto. Infatti, il 20 per cento dei giovani non porta a termine la scuola dell’obbligo; inoltre, tra quelli che riescono a completarla vi è una folta schiera di analfabeti funzionali, cioè persone che pur sapendo leggere e scrivere non dispongono di strumenti adatti a formarsi un’idea propria e originale del mondo circostante e delle sue dinamiche. Tra l’altro, questi studenti, stentano a comprendere e riassumere un articolo di giornale, a distinguere la notizia dal commento, il fatto dall’interpretazione; essendo inclini a credere a tutto quello che leggono o ascoltano sono esposti alla disinformazione, alla persuasione occulta, alle fake news, all’estremismo parolaio. Questa diffusa povertà intellettuale e culturale – prosegue Parascandolo -, al pari della miseria, è indice di una profonda disuguaglianza che Norberto Bobbiodenunciava come una delle promesse non mantenute della democrazia: il cittadino non educato. È una tragedia nazionale, ma molti commentatori e studiosi di Internet, riservano a questa massa di diseredati (che attraverso i social, per la prima volta nella storia, hanno avuto accesso nella sfera del discorso pubblico) un atteggiamento sprezzante e snobistico, liquidandoli come molesti disturbatori piuttosto che considerarli vittime di un’ingiustizia».

Sul sistema scolastico del nostro paese grava una storica arretratezza che Tullio De Mauro faceva risalire alla nascita della Nazione, «quando – ricorda ancora Parascandolo – dovendo dolorosamente scegliere, per mancanza di risorse, se investire sulla scuola o sulle ferrovie, optò per quest’ultime. 

Nella crisi attuale della scuola, sono ancora visibili, purtroppo, le tracce di questo vizio d’origine: basti pensare che gli investimenti nell’istruzione pubblica nel 2017 sono stati la metà di quelli della Germania (66 miliardi contro 134) e che il tasso di dispersione scolastica porta l’Italia a essere il quarto Paese per abbandoni precoci in Europa, dopo Malta, Spagna e Romania.

Questa deplorevole indifferenza della politica per la formazione delle giovani generazioni non colpisce gli studenti allo stesso modo: vi sono marcate diseguaglianze tra uomini e donne, tra studenti italiani e immigrati, tra giovani che in casa hanno almeno un centinaio di libri e giovani che vengono da famiglie disagiate. Il covid -conclude infine Parascandolo – spalancando le porte delle scuole ha messo in luce tutte le contraddizioni e i limiti del sistema riguardo al metodo d’insegnamento, al monotono alternarsi di lezione-interrogazione, all’assenza di un confronto critico, dialettico e vivace tra gli studenti, e tra questi e i docenti».

Partecipando al concorso, gli studenti dei diversi istituti, lavorando in gruppo, dovranno elaborare un testo di riflessione di circa trenta righe sulla crisi della scuola, per poi avanzare idee e proposte d’innovazione del sistema educativo con l’auspicio che si esprimano senza peli sulla lingua, con spirito critico e autocritico.

Il Concorso è promosso da:

Associazione Articolo 21

Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca

Federazione Nazionale della Stampa Italiana

Associazione italiana costituzionalisti

Ordine Nazionale dei Giornalisti

Rai Radiotelevisione Italiana

Rai CULTURA RAI Scuola

Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

Accademia Vivarium Novum

Comitati Regionali per la Comunicazione Lazio, Emilia Romagna, Sardegna

Unione Sindacale Giornalisti Rai

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