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Cristiani contro la tortura: «Moratoria sulla pena di morte, un passo avanti»

Il 16 dicembre l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Unga) ha votato, a larga maggioranza, la delibera per la moratoria sull’applicazione della pena di morte. L’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura (Acat) ha condiviso il comunicato diramato dalla Federazione internazionale delle Acat (Fiacat).

«La Coalizione mondiale contro la pena di morte e i suoi membri, compresa la Fiacat si congratulano vivamente con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Unga), per l’adozione, a larga maggioranza (123 voti favorevoli), della delibera per la moratoria sull’applicazione della pena di morte, del 16 dicembre 2020» si legge nella nota.

«Solo una piccola minoranza di Stati non abolizionisti ha attuato la pena di morte nel 2019-20. La pandemia di Covid-19 ha mostrato al mondo quanto sia fragile e preziosa la vita umana – si legge ancora nel comunicato -. Sollecitiamo gli ultimi 56 Stati non abolizionisti del pianeta ad ascoltare l’appello dell’Unga a fermare le esecuzioni».

«Speriamo che la nuova risoluzione contribuisca a rendere il 2021 un anno più rispettoso della dignità umana – conclude la Fiacat –. Non è mai stato dimostrato che la pena di morte abbia un particolare effetto deterrente; colpisce in modo sproporzionato gli individui più poveri; è molto spesso uno strumento di repressione politica, a disposizione di governi autoritari contro le minoranze; può portare alla condanna a morte di persone innocenti, a cui né la commutazione, né la grazia, né il processo d’appello, possono porre rimedio; non riesce a ottenere il sostegno unanime delle famiglie delle vittime. Una condanna a morte non rende onore né alla democrazia né alla giustizia, due valori ai quali la comunità internazionale è profondamente legata».

Leggi il comunicato integrale sul sito Acat.