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Dio non ci abbandona

La mano del Signore è forse accorciata? 
Numeri 11, 23

Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, fu vestito come uno di loro. Non siate dunque in ansia, dicendo: «Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?»
Matteo 6, 28-29.31

In questi giorni di incerto smarrimento, può accadere che la mente possa sbandare e mettere in crisi la nostra fede. Sì, la fede può vacillare, ed le parole del Salmo 22, che vengono riprese da Gesù sulla croce, sono paradigmatiche: «Dio mio, perché mi hai abbandonato?».

Paradossalmente, è proprio questa protesta che ci dimostra che Dio non ci ha abbandonato… 

Se infatti quel Dio lo qualifichiamo ancora come “mio”, lo facciamo grazie allo Spirito che, nonostante tutto, agisce ancora in noi e ce lo fa riconoscere come Padre, un padre da cui ci aspettiamo aiuto, e, allo stesso tempo, ce lo fa riconoscere come il Signore (cfr. 1 Cor 12, 3; Gal 4, 6 par).

Nella mia esistenza ho sperimentato tante volte la mano di Dio che, con discrezione e amore paterno, mi ha guidato e protetto. 

Ora, se il Signore e coerente con se stesso, ovvero è fedele a se stesso (cfr. Dt 7, 9), perché proprio ora dovrebbe diventare sordo e non darmi ascolto o non guardare alle mie necessità? Se sta scritto che con Lui nulla mi mancherà (Sal 23, 1) perché dubito? Se ho cercato il Regno di Dio perché non mi dovrebbe dare tutte le altre cose (Mt 6, 33 e par.)?

Egli è fedele e la sua parola non verrà mai meno.

Nella Bibbia scoprii questo versetto ed allora lo feci mio «Non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane» (Prov 17, 25).

Ponendo fede a questa parola, ho vissuto una vita esuberante (Cf. Gv 10, 10), sperimentando che la sua mano non è e non sarà mai accorciata. Tutto ciò vale anche per te che leggi: appoggia la tua vita su questa certezza e non ti sarà mai negata la gioia di sentirti amato da un padre misericordioso.