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Cronache di una preghiera, ai tempi del Coronavirus

Intorno al 6 marzo, Giornata mondiale di preghiera (Gmp) 2020, si sono svolti in 170 paesi al mondo culti e incontri per l’iniziativa ecumenica organizzata dalle donne e rivolta a tutte le comunità. Il materiale di quest’anno è stato preparato dalle donne cristiane dello Zimbabwe, dove 8 milioni di persone soffrono la fame.

L’emergenza COVID-2019 in Italia ha provocato la cancellazione di alcune delle iniziative, mentre altre hanno avuto luogo (come ad esempio ad Aosta, Bolzano, Torino, Trieste, Forano, Cutrofiano, Taranto e Grottaglie, Brindisi, Catanzaro, Marsala) in forma ridotta, o a porte chiuse. Le chiese si sono organizzate con dirette facebook e con la trasmissione del culto attraverso i canali di Radio Beckwith.

«Le donne non hanno mollato neanche durante le guerre» hanno detto le donne di Palermo, che si sono riunite a porte chiuse il 6 marzo.

«Ci ha gratificato il supporto degli uomini della nostra comunità e la parte cattolica» fa eco il gruppo ecumenico di Marsala.

Il Comitato ecumenico nazionale della Gmp ha coordinato il coinvolgimento delle chiese luterane, battiste, metodiste e valdesi e di gruppi ecumenici. Fra i materiali disponibili, il libretto con le proposte liturgiche e il documentario di Domenico Bemportato sulla narrazione del viaggio nello Zimbabwe della delegazione dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), che da anni è attiva nel paese con diversi progetti di cooperazione. Le somme raccolte per la GMP verranno destinate alla sartoria Tabitha.

La Gmp nasce alla fine del 1800 negli Stati Uniti per iniziativa di organizzazioni religiose femminili evangeliche, presbiteriane e battiste in particolare. Inizialmente chiamata “Giornata mondiale di preghiera delle donne”, il termine donne è stato poi eliminato per sottolineare il coinvolgimento di tutte le persone.