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Francia, prosegue il percorso green

Prosegue il cammino delle “chiese verdi francesi”, attraverso la certificazione Eglise verte, cominciato un anno e mezzo fa (ne avevamo parlato qui) e che coinvolge ormai, secondo la cartina presente sul sito dell’iniziativa (www.egliseverte.org) 268 comunità cattoliche, protestanti e ortodosse (soprattutto chiese, ma anche scuole, centri spirituali, comunità religiose). Molte sono in attesa di certificazione, quelle già certificate sono circa 160, di cui un terzo protestanti.

Molte sono agli stadi iniziali del percorso, suddiviso in 5 tappe che prendono i nomi da altrettanti simboli vegetali presenti nella Bibbia: granello di senape, giglio dei campi, vite, fico e cedro del Libano. La maggior parte si colloca ancora tra i primi due livelli, ma alcune realtà hanno già raggiunto la qualifica di “fico”, tra cui la chiesa riformata di st. Paul a Strasburgo, il Centro spirituale Saint-Hugues vicino a Grenoble, il Liceo cattolico professionale St. Anne (di indirizzo alberghiero e assistenza alla persona) di Saint Nazaire, la Chiesa evangelica libera di Poitier e, poco distante, sempre nella regione della Nuova Acquitania, la Chiesa protestante unita di Lezay, le cui origini ugonotte risalgono al sedicesimo secolo.

Quest’ultima in particolare, impegnata nella sfida “green” dalla primavera del 2018, ha infatti raggiunto il buon risultato portato dalla risposta corretta al 50-75% delle richieste. Per arrivare a questo, come sottolinea la presidente del consiglio di chiesa Francine Villeneuve sul blog Regards sur les paroisses che riporta la notizia, «il percorso deve essere condotto progressivamente, passo dopo passo, cominciando innanzitutto con il costituire una squadra per portare il progetto a buon fine». In questa prospettiva le circa 300 famiglie che fanno parte della chiesa di Lezay, comune di poco più di 2000 abitanti, hanno deciso di promuovere comportamenti virtuosi ed ecologici: accanto alle preghiere comunitarie incentrate sul rispetto del creato nel corso dei culti, o la partecipazione a incontri legati allo sviluppo sostenibile, hanno cominciato a incoraggiare i membri di chiesa, in particolare attraverso il giornale parrocchiale, a promuovere il consumo di prodotti locali, biologici e provenienti dal commercio equo e solidale.

La comunità di Lezay, che sarà presto unita alle parrocchie di La Mothe-Saint-Héray (nello stesso dipartimento delle Deux-Sèvres) e Lusignan (nel vicino dipartimento della Vienne) per formare l’Ensemble du Poitou Rural Protestant, con cui condivide dal 2015 il pastore, Bertrand Marchand, è impegnata (come dichiara il pastore stesso) da più di cinque anni «nel rispetto del creato, della natura, nella catechesi e nei culti. I pranzi comunitari sono preparati quasi esclusivamente con prodotti degli orti locali. Abbiamo fatto isolare il presbiterio e non usiamo più pesticidi. Ma abbiamo ancora molto da fare…», conclude.

La creazione del Poitou Rural Protestant dovrebbe, unendo circa 600 famiglie, potenziare il proseguimento del percorso ecologico, in un contesto regionale in cui l’agricoltura integrata è praticata da tempo. Per il momento, già molte attività sono comuni, dai culti (a rotazione nei tredici templi delle tre parrocchie, a seconda della stagione) agli studi biblici, agli incontri domestici. I pastori preposti per questo nuovo assetto dovrebbero essere due, ma al momento il secondo posto è occupato, in assenza di un pastore, da una laica, che lo assiste in tutte le attività, dal culto all’animazione biblica, alle visite. Si tratta di un’esperienza unica, per ora, per la Chiesa protestante unita di Francia, ma in un prossimo futuro potrebbe estendersi anche ad altre regioni, per far fronte al problema delle vacanze pastorali: questa però è un’altra storia….

 

Foto via Istock