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La Francia deve fare il suo dovere nell’accoglienza

In una fase in cui nuovamente si susseguono gli sgomberi dei campi informali occupati dai migranti a Parigi (situazione che abbiamo tristemente ben iniziato a conoscere anche in Italia, si pensi alla situazione del centro Baobab di Roma), le associazioni umanitarie lavorano quotidianamente a fianco delle persone costrette in strada e mettono in allerta sulla crescita dei numeri di donne, uomini e bambini costretti a dormire in condizioni di estremo disagio per la mancanza di un numero sufficiente di posti letto nelle strutture d’emergenza dell’Ile-de-France, la regione di Parigi.

Campi che nell’autunno 2018 si sono ricostituiti sotto il peso di flussi di persone che non si sono mai arrestati. Si calcola che siano circa 2500 le persone che ogni notte dormono in condizioni precarie e malsane nella sola area Nord di Parigi. Si riversano nelle sale di attesa degli ospedali, nelle stazioni ferroviarie, metropolitane. Il 19 gennaio di quest’anno la prefettura dell’Ile-de-France ha annunciato l’apertura di 1200 posti di emergenza notturni per coloro che bivaccano nei campi informali della zona: una persona su due all’incirca è costretta a rimanere in strada.

Per questo motivo un vasto numero di associazioni umanitarie d’oltralpe hanno prodotto un comunicato stampa al fine di denunciare «la mancanza di volontà politica per risolvere la situazione in atto. Le nostre associazioni non riescono ad ottenere informazioni precise sulle situazioni di ogni singola persona, sul diritto o meno ad accedere a dispositivi di protezione ad esempio. Può capitare così che vi siano degli sgomberi, per nulla pianificati, che coinvolgono anche donne e bambini, come quello recente a Porte de la Chapelle, senza alcuna garanzia di ricollocamento nonostante la loro condizione di fragilità». Sono dozzine le famiglie che ogni singola notte fanno appello ai numeri telefonici di emergenza per segnalare la propria difficoltà e lo stato di abbandono che in sostanza si trovano a dover vivere. Qualcosa di molto simile sta iniziando ad accadere in Italia con le chiusure forzate dei centri di accoglienza che stanno obbligando centinaia di persone a trovare rifugi di emergenza, nel cuore dell’inverno.

Le associazioni ricordano che «deve essere garantita l’accoglienza incondizionata delle persone orientate verso le strutture di accoglienza temporanea. La continuità di una soluzione di ricovero per questi soggetti è presupposto essenziale e deve esser assicurata».

Fra le associazioni firmatarie vi sono fra le altre la Cimade, storica organizzazione sociale di origine e matrice protestante, Emmaus, l’Esercito della Salvezza, il Secours Catholique.