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La conoscenza di Dio

Così parla il Signore: «Il saggio non si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me
Geremia 9, 23-24

Se uno pensa di essere qualcosa pur non essendo nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece l’opera propria
Galati 6, 3-4

Saggezza, forza e ricchezza: non ce n’è mai abbastanza. E se la prima è oggi molto trascurata, la seconda e la terza sono protagoniste delle nostre giornate, delle notizie che corrono in rete, dominano le relazioni. Non la saggezza, ma la forza e la ricchezza sono le variabili che fanno la differenza in molte occasioni; tutte le situazioni in cui prevale una logica di competizione sono in fondo basate su quanta forza è disponibile, e, in una economia di mercato e finanza, su quanto denaro si può contare.

Non stupisce che in una società globale che si muove con questo tipo di regola ci si senta sempre stanchi e tesi: tutta l’attenzione è focalizzata da ciò che posso ottenere, dagli strumenti che devo usare, da quanto vantaggio (in termini economici, di visibilità, di immagine, di potere, di “guadagno” emotivo-affettivo…) posso avere. La Parola di Dio libera da questa logica ed è messaggio di vita anche quando si esprime come un duro rimprovero: smettete di fare affidamento su quanto sapete, su quanto potete e su quanto avete, perché l’unica realtà su cui fare affidamento è la conoscenza di Dio.

L’accento forte che la fede ebraica mette sulla conoscenza (lo studio della Torah ne è testimonianza) ha questa ragione: è nella consapevolezza, nella intelligenza dell’essere umano la possibilità di vivere la relazione con la Trascendenza, essere posto in rapporto con Dio e in questo rapporto vivere la verità del suo essere creatura che riceve ogni vita e ogni benedizione con abbondanza. Parole di liberazione perché sciolgono dalla necessità di «farsi forti» da soli, e aprono il cuore alla possibilità di ricevere tutto ciò di cui vi è necessità. Ma con intelligenza, perché all’essere umano è affidata la ricerca e lo studio, l’impegno nel conoscere, proprio perché la vera vita è relazione di amore che impegna Dio e esseri umani ciascuno nel giusto luogo.